Lot Nr. 51


Francesco Hayez


(Venedig 1791-1882 Mailand) Die Hochzeit von Romeo und Julia, 1830, rückseitig altes Siegel einer Ausstellung der Accademia di Belle Arti di Milano für die Ausfuhr, Öl auf Holz, 45,8 x 57 cm , gerahmt, (Rei) Gutachten von Fernando Mazzocca, Februar 2010 vorhanden.

Gutachten von Fernando Mazzocca, Februar 2010 vorhanden. Francesco Hayez (Venezia 1791-1882 Milano) Sposalizio di Giulietta e Romeo, 1830, sul retro il timbro in ceralacca rilasciato dall'Accademia di Belle Arti di Milano per l'esportazione, Olio su tavola, 48,8 x 57 cm , in cornice (Rei) Fernando Mazzocca: Il dipinto va identificato con la terza versione di questo popolare soggetto romantico, ispirato alla celebre vicenda di Giulietta e Romeo come veniva narrata nella novella del veronese Luigi Da Porto, una fonte più antica rispetto al dramma di Shakespeare. La prima versione, di maggiori dimensioni rispetto alle successive venne presentata con il titolo "Gli sponsali di Giulietta e Romeo procurati da fra Lorenzo" all'esposizione di Brera del 1823 ed acquistata da un prestigioso collezionista, amante dell'arte italiana ed in particolare dei pittori attivi allora a Milano come Palagi e Migliara, il conte Franz Erwein von Schönborn-Wiesentheid (1776-1840), pari del regno di Baviera. Il dipinto (olio su tela, cm .159 x 227), tra le testimonianze più alte della pittura storica di Hayez, si trova oggi a Nürnberg, nella Graf Schönborn-Wiesentheid Kunstsammlung (F. Mazzocca, Francesco Hayez. Catalogo ragionato, Milano, Federico Motta Editore, 1994, pp.161-162). Le recensioni comparse, in occasione dell'es posizione, sui periodici milanesi furono unanimi nell'apprezzare la fedeltà storica nella ricostruzione dell'ambiente e dei costumi, come la qualità della stesura pittorica ispirata all'esempio della grande scuola veneta, in particolare Tiziano e Giorgione. Ma non mancarono delle osservazioni negative sull'atteggiamento di frate Lorenzo che sarebbe stato più drammatico se avesse "mosso il destro braccio per benedire gli sposi". Sensibile a queste critiche, l'artista cambio le pose delle figure nella seconda versione del quadro, di minori dimensioni, esposta a Brera nel 1825 e destinata al collezionista milanese Don Luigi Bertoglio. L'opera non èstata ancora rintracciata, ma la conosciamo da un'incisione eseguita da George-Jakob Falkeisen per l'almanaco illustrato intitolato. Esposizioni di Belle Arti in Brera relativo alla rassegna di quell'anno. Nel dipinto, presentato con un lungo titolo"Giulietta e Romeo che entrati nella cella del frate stanno per inginocchiarsi onde ricevere dallo stesso la benedizione e l'anello nuziale", frate Lorenzo appare ora mentre benedice con la mano destra sollevata in alto i due giovani sposi che non stanno, come nella prima versione, in piedi ma inginocchiati. Diverso è anche il loro atteggiamento. Mentre prima erano stati rappresentati mentre si guardavano negli occhi, con le due teste molto vicine, ora sono invece rivolti con lo sguardo al celebrante. In particolare Giulietta non guarda più con una certa passione Romeo, ma tiene pudicamente gli occhi bassi. Il nostro dipinto, anch'esso di piccole dimensioni, è molto vicino alla seconda versione come risulta dal confronto con l'incisione, da cui differisce solo per alcuni dettagli degli abiti, soprattutto quello di Giulietta. Va dunque identificato con quello che, come documenta una lettera inviata a Hayez da Neuchatel, il 12 dicembre 1830 per ricordargli la consegna dell'opera ed inviarla prontamente nella località svizzera, venne esguito per Frédéric Pourtalès conte di Neuchatel, colonnello e ciambellano del re di Prussia, un collezionista molto noto che amava le opere di Ingres e di Bartolini. Del resto il timbro dell'Accademia di Brera, inserito nel retro della tavola, conferma questa identificazione. Il dipinto, superbo per la qualità e lo stato di conservazione, ha una preziosità, dovuta anche all'utilizzazione dell'olio su tavola, e una grazia di gusto "troubadour", accentuata dalle dimensioni ridotte, che doveva renderlo particolarmente gradito in un ambiente internazionale quale era quello del suo committente. Secondo una prassi consueta in Hayez, il bellissimo disegno a penna e acquerello, rialzato a biacca (pubblicato in F. Mazzocca, Francesco Hayez cit., p.205), dovrebbe essere derivato, se pur con qualche variante, dal nostro dipinto.

Expertin: Mag. Dimitra Reimüller Mag. Dimitra Reimüller
+43-1-515 60-355

19c.paintings@dorotheum.at

20.04.2010 - 18:00

Erzielter Preis: **
EUR 24.700,-
Schätzwert:
EUR 30.000,- bis EUR 40.000,-

Francesco Hayez


(Venedig 1791-1882 Mailand) Die Hochzeit von Romeo und Julia, 1830, rückseitig altes Siegel einer Ausstellung der Accademia di Belle Arti di Milano für die Ausfuhr, Öl auf Holz, 45,8 x 57 cm , gerahmt, (Rei) Gutachten von Fernando Mazzocca, Februar 2010 vorhanden.

Gutachten von Fernando Mazzocca, Februar 2010 vorhanden. Francesco Hayez (Venezia 1791-1882 Milano) Sposalizio di Giulietta e Romeo, 1830, sul retro il timbro in ceralacca rilasciato dall'Accademia di Belle Arti di Milano per l'esportazione, Olio su tavola, 48,8 x 57 cm , in cornice (Rei) Fernando Mazzocca: Il dipinto va identificato con la terza versione di questo popolare soggetto romantico, ispirato alla celebre vicenda di Giulietta e Romeo come veniva narrata nella novella del veronese Luigi Da Porto, una fonte più antica rispetto al dramma di Shakespeare. La prima versione, di maggiori dimensioni rispetto alle successive venne presentata con il titolo "Gli sponsali di Giulietta e Romeo procurati da fra Lorenzo" all'esposizione di Brera del 1823 ed acquistata da un prestigioso collezionista, amante dell'arte italiana ed in particolare dei pittori attivi allora a Milano come Palagi e Migliara, il conte Franz Erwein von Schönborn-Wiesentheid (1776-1840), pari del regno di Baviera. Il dipinto (olio su tela, cm .159 x 227), tra le testimonianze più alte della pittura storica di Hayez, si trova oggi a Nürnberg, nella Graf Schönborn-Wiesentheid Kunstsammlung (F. Mazzocca, Francesco Hayez. Catalogo ragionato, Milano, Federico Motta Editore, 1994, pp.161-162). Le recensioni comparse, in occasione dell'es posizione, sui periodici milanesi furono unanimi nell'apprezzare la fedeltà storica nella ricostruzione dell'ambiente e dei costumi, come la qualità della stesura pittorica ispirata all'esempio della grande scuola veneta, in particolare Tiziano e Giorgione. Ma non mancarono delle osservazioni negative sull'atteggiamento di frate Lorenzo che sarebbe stato più drammatico se avesse "mosso il destro braccio per benedire gli sposi". Sensibile a queste critiche, l'artista cambio le pose delle figure nella seconda versione del quadro, di minori dimensioni, esposta a Brera nel 1825 e destinata al collezionista milanese Don Luigi Bertoglio. L'opera non èstata ancora rintracciata, ma la conosciamo da un'incisione eseguita da George-Jakob Falkeisen per l'almanaco illustrato intitolato. Esposizioni di Belle Arti in Brera relativo alla rassegna di quell'anno. Nel dipinto, presentato con un lungo titolo"Giulietta e Romeo che entrati nella cella del frate stanno per inginocchiarsi onde ricevere dallo stesso la benedizione e l'anello nuziale", frate Lorenzo appare ora mentre benedice con la mano destra sollevata in alto i due giovani sposi che non stanno, come nella prima versione, in piedi ma inginocchiati. Diverso è anche il loro atteggiamento. Mentre prima erano stati rappresentati mentre si guardavano negli occhi, con le due teste molto vicine, ora sono invece rivolti con lo sguardo al celebrante. In particolare Giulietta non guarda più con una certa passione Romeo, ma tiene pudicamente gli occhi bassi. Il nostro dipinto, anch'esso di piccole dimensioni, è molto vicino alla seconda versione come risulta dal confronto con l'incisione, da cui differisce solo per alcuni dettagli degli abiti, soprattutto quello di Giulietta. Va dunque identificato con quello che, come documenta una lettera inviata a Hayez da Neuchatel, il 12 dicembre 1830 per ricordargli la consegna dell'opera ed inviarla prontamente nella località svizzera, venne esguito per Frédéric Pourtalès conte di Neuchatel, colonnello e ciambellano del re di Prussia, un collezionista molto noto che amava le opere di Ingres e di Bartolini. Del resto il timbro dell'Accademia di Brera, inserito nel retro della tavola, conferma questa identificazione. Il dipinto, superbo per la qualità e lo stato di conservazione, ha una preziosità, dovuta anche all'utilizzazione dell'olio su tavola, e una grazia di gusto "troubadour", accentuata dalle dimensioni ridotte, che doveva renderlo particolarmente gradito in un ambiente internazionale quale era quello del suo committente. Secondo una prassi consueta in Hayez, il bellissimo disegno a penna e acquerello, rialzato a biacca (pubblicato in F. Mazzocca, Francesco Hayez cit., p.205), dovrebbe essere derivato, se pur con qualche variante, dal nostro dipinto.

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Käufer Hotline Mo.-Fr.: 10.00 - 17.00
kundendienst@dorotheum.at

+43 1 515 60 200
Auktion: Gemälde des 19. Jahrhunderts
Auktionstyp: Saalauktion
Datum: 20.04.2010 - 18:00
Auktionsort: Wien | Palais Dorotheum
Besichtigung: 10.04. - 20.04.2010


** Kaufpreis inkl. Käufergebühr und Mehrwertsteuer

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