Lot Nr. 44


Giulio Cesare Procaccini


(Bologna 1574–1625 Milano) Bildnis einer Adeligen mit einem Knaben / Ritratto di gentildonna con giovinetto, Öl auf Leinwand, 126 x 97 cm, ungerahmt

Auch wenn vom Künstler bisher nur Selbstbildnisse bekannt sind, wissen wir, dass er als Porträtmaler tätig war: das Inventar der Sammlung Doria bestätigt dies. Unter den verzeichneten Werken aus seiner Werkstatt im Jahr 1625, nach seinem Tod, befinden sich vier Porträts. Die ernste und gleichzeitig bewegte Stimmung lässt auf eine Entstehung in den letzten Mailänder Jahren schließen, etwa zur Zeit, als das Selbstbildnis von 1624 entstand. Wir danken Prof. Filippo Maria Ferro für die Bestätigung der Zuschreibung und für die Katalogisierung des vorliegenden Gemäldes.

Una signora austera stringe a sé un bellissimo giovinetto, con ogni verosimiglianza il nipote. La donna in abito nero, con il collare bianco semplice. Il giovane, delicato come un angelo, indossa una giubba marrone: il colletto bianco e un nastrino rosso accendono il chiarore del volto e i boccoli dorati. Il fanciullo guarda il viso della donna rivolta verso lo spettatore, e l’alchimia delle luci rivela tra loro una corrente di trepido affetto. Con una mano, la donna accarezza i ricci del fanciullo, gesto di intensa dolcezza, con l’altra si appoggia alla sedia, è un trasalimento lieve. L’ambienteè sobrio: la poltrona a braccioli rossa, l’ombra bruna e calda nel fondo. Anche se del maestro conosciamo per ora solo autoritratti, quello giovanile e quello presagio della fine, lo sappiamo attivo, forse non di frequente, come ritrattista: gli inventari Doria confermano tale inclinazione. E tra le opere rubricate in studio nel 1625, dopo la sua morte, figurano quattro ritratti, tra i quali due personaggi Visconti (Borromeo), precisamente Giovan Maria (n. 23) e suo padre (n. 22); entrambi i ritratti Visconti non figurano nell’inventario successivo, steso per la divisione ereditaria: evidentemente vennero ritirati subito dai committenti. Il rilievo sembra offrire una traccia per il ritratto in questione: potrebbe far parte della serie ordinata, effigiare una gentildonna del casato, ed essere stato acquisito prima della scomparsa di Giulio Cesare. L’intonazione severa, e pur commossa, situa il dipinto negli ultimi anni milanesi, e proprio vicino all’autoritratto del 1624. Giulio Cesare porta in sé l’emozione dei ritratti di Rubens. Ma, il rientro a Milano lo confronta con le ‘esperienze naturalisticheö dei borromei, in particolare di Daniele Crespi. Allora, l’emozione per lo splendore barocco ammirato a Genova si tempera alla luce di una nobiltà incline alla confidenza più che alla pompa; una scelta che nella stessa Genova è operata da Luciano Borzone, il pittore che ha tessuto le liaisons e con Procaccini e con i milanesi. Notava Alessandro Morandotti in occasione della rassegna varesina ‘Il ritratto in Lombardia‘, 2002: ‘I ritratti di Daniele Crespi dialogano, con grande armonia, con i due Autoritratti di Giulio Cesare Procaccini, testimonianza del talento dell’artista anche in questo ambito della produzione‘. L’osservazione può essere tranquillamente ripresa riguardo al nostro ‘doppio ritratto’, dove tra l’altro il colletto del giovanetto ha le stesse luminescenze viste nel colletto del pittore anziano. Siamo grati al Professor Filippo Maria Ferro per la catalogazione del presente dipinto.

Experte: Mark MacDonnell Mark MacDonnell
+43 1 515 60 403

old.masters@dorotheum.com

21.04.2010 - 18:00

Erzielter Preis: **
EUR 91.800,-
Schätzwert:
EUR 25.000,- bis EUR 30.000,-

Giulio Cesare Procaccini


(Bologna 1574–1625 Milano) Bildnis einer Adeligen mit einem Knaben / Ritratto di gentildonna con giovinetto, Öl auf Leinwand, 126 x 97 cm, ungerahmt

Auch wenn vom Künstler bisher nur Selbstbildnisse bekannt sind, wissen wir, dass er als Porträtmaler tätig war: das Inventar der Sammlung Doria bestätigt dies. Unter den verzeichneten Werken aus seiner Werkstatt im Jahr 1625, nach seinem Tod, befinden sich vier Porträts. Die ernste und gleichzeitig bewegte Stimmung lässt auf eine Entstehung in den letzten Mailänder Jahren schließen, etwa zur Zeit, als das Selbstbildnis von 1624 entstand. Wir danken Prof. Filippo Maria Ferro für die Bestätigung der Zuschreibung und für die Katalogisierung des vorliegenden Gemäldes.

Una signora austera stringe a sé un bellissimo giovinetto, con ogni verosimiglianza il nipote. La donna in abito nero, con il collare bianco semplice. Il giovane, delicato come un angelo, indossa una giubba marrone: il colletto bianco e un nastrino rosso accendono il chiarore del volto e i boccoli dorati. Il fanciullo guarda il viso della donna rivolta verso lo spettatore, e l’alchimia delle luci rivela tra loro una corrente di trepido affetto. Con una mano, la donna accarezza i ricci del fanciullo, gesto di intensa dolcezza, con l’altra si appoggia alla sedia, è un trasalimento lieve. L’ambienteè sobrio: la poltrona a braccioli rossa, l’ombra bruna e calda nel fondo. Anche se del maestro conosciamo per ora solo autoritratti, quello giovanile e quello presagio della fine, lo sappiamo attivo, forse non di frequente, come ritrattista: gli inventari Doria confermano tale inclinazione. E tra le opere rubricate in studio nel 1625, dopo la sua morte, figurano quattro ritratti, tra i quali due personaggi Visconti (Borromeo), precisamente Giovan Maria (n. 23) e suo padre (n. 22); entrambi i ritratti Visconti non figurano nell’inventario successivo, steso per la divisione ereditaria: evidentemente vennero ritirati subito dai committenti. Il rilievo sembra offrire una traccia per il ritratto in questione: potrebbe far parte della serie ordinata, effigiare una gentildonna del casato, ed essere stato acquisito prima della scomparsa di Giulio Cesare. L’intonazione severa, e pur commossa, situa il dipinto negli ultimi anni milanesi, e proprio vicino all’autoritratto del 1624. Giulio Cesare porta in sé l’emozione dei ritratti di Rubens. Ma, il rientro a Milano lo confronta con le ‘esperienze naturalisticheö dei borromei, in particolare di Daniele Crespi. Allora, l’emozione per lo splendore barocco ammirato a Genova si tempera alla luce di una nobiltà incline alla confidenza più che alla pompa; una scelta che nella stessa Genova è operata da Luciano Borzone, il pittore che ha tessuto le liaisons e con Procaccini e con i milanesi. Notava Alessandro Morandotti in occasione della rassegna varesina ‘Il ritratto in Lombardia‘, 2002: ‘I ritratti di Daniele Crespi dialogano, con grande armonia, con i due Autoritratti di Giulio Cesare Procaccini, testimonianza del talento dell’artista anche in questo ambito della produzione‘. L’osservazione può essere tranquillamente ripresa riguardo al nostro ‘doppio ritratto’, dove tra l’altro il colletto del giovanetto ha le stesse luminescenze viste nel colletto del pittore anziano. Siamo grati al Professor Filippo Maria Ferro per la catalogazione del presente dipinto.

Experte: Mark MacDonnell Mark MacDonnell
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Käufer Hotline Mo.-Fr.: 10.00 - 17.00
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Auktion: Alte Meister
Auktionstyp: Saalauktion
Datum: 21.04.2010 - 18:00
Auktionsort: Wien | Palais Dorotheum
Besichtigung: 10.04. - 21.04.2010


** Kaufpreis inkl. Käufergebühr und Mehrwertsteuer

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