(nato a Graz nel 1959)
Senza titolo/Cascata, sul verso firmato, datato Brandl 1992, olio su tela, 150 x 130 cm, su telaio

Riproduz. a colori a pagina intera:
Herbert Brandl, Neue Galerie Graz am Landesmuseum Joanneum, Graz 2002, p. 182, riportato a p. 164

Provenienza:
Jack Tilton Gallery, NY – etichetta sul verso
Collezione privata, Vienna

... La pittura di Brandl non intende restituire l’equivalente di un paesaggio, quanto sua concentrazione, idealizzazione o metafora, bensì è ciò che ne rimane: non punta a “rendere l’invisibile visibile”, quanto invece a presentare l’irrappresentabilità (del paesaggio) nel corpo della pittura (paesaggistica), a stabilire la presenza della fisicità del dipingere a partire dalla irrappresentabilità del paesaggio. La nascita della pittura dall’immagine del paesaggio, la negazione della rappresentazione viene mostrata come una necessità presente nella cosa stessa, ben lontana dalla stilizzazione, in cui per esempio il manierismo di un Baselitz rimane invischiato. E al tempo stesso ben lontana dalle rivendicazioni universali della pittura astratta storica.

... Eppure le cascate nondimeno sottolineano un aspetto particolare della fisicità del dipingere, il correre e lo scorrere della pittura, il cedere del materiale pittorico fresco sotto il peso della gravità, il suo scivolare via dalla superficie della tela, cosa che rimane, entro un certo limite, oltre la possibilità di controllo da parte dell’artista.
L’autorappresentazione della pittura è sfaccettata. Anche più di quella della rappresentazione del corpo desiderabile, riconosciamo la traccia del desiderio, nell’autorappresentazione del dipingere, la molteplice differenziazione del dipingere da se stesso: l’unità del dipingere, divisa fra il corpo e la sua rappresentazione, come irraggiungibile oggetto di desiderio.
Ulrich Look – dalla bibliografia di cui sopra