Lotto No. 749


Gianni Colombo *


(Milano 1937–1993 Melzo)
“Spazio Elastico”, 1975/76, intitolato, firmato e datato Spazio Elastico (due doppi rettangoli adiacenti)
Intermutabile Gianni Colombo 1975/6 sul verso, chiodi, molle metalliche, elastici e smalto su tavola, 125 x 125 cm, (AR)

Certificazione fotografica:
Archivio Gianni Colombo, Milano, 8 aprile 2008, n. d’archivio 1125

Provenienza:
Studio Marconi, Milano
Sotheby’s Milano, 27 maggio 2008, lotto 155
Galleria Spazia, Bologna
Collezione privata europea

Esposizioni:
Monaco di Baviera, Kunstausstellung der Arbeitsgemeinschaft der Alpenländer. Comunità di lavoro delle Regioni Alpine, 1978
Salisburgo, Cantone dei Grigioni, Trento, Bolzano, Milano, Künstler in der Lombardei seit den 60er Jahren. Artisti in Lombardia dagli anni 60, 1978, catalogo della mostra, ed. Vittorio Fagone

Declinazione ulteriore del concetto di Spazio elastico è la costruzione di veri e propri oggetti/quadro nei quali l’indeterminatezza concettuale e percettiva della forma, della struttura , dell’immagine, si attui per altra via. È in gioco qui la condizione a un tempo proiettiva e appropriata dello spazio, la fisicizzazione d’un segno che a prima vista ha le fattezze teoriche del disegnare geometrico: ancora, soprattutto, la modificabilità arbitraria, per partecipazione attiva del fruitore, della struttura che può essere costituita in molteplici modi, in virtù dell’elasticità dei fili metallici che fungono da segni.
(Flaminio Gualdoni, in Gianni Colombo, catalogo della mostra tenuta presso lo Studio Gariboldi, Milano, 7 ottobre 2010)

Gianni Colombo (Milano, 1937 - Melzo, 1993) realizzò le sue prime opere – dipinti, sculture, ceramiche – nel 1955. Studiò all’Accademia di Brera, dove frequentò i corsi di pittura di Achille Funi e Pompeo Borra. Condivise il suo primo atelier in via Montegrappa a Milano con Davide Boriani e Gabriele Devecchi, trasferendosi infine in un atelier vicino a quello di suo fratello Joe. Egli sperimentò con diversi materiali e linguaggi, fondando nel 1959 il Gruppo T con Giovanni Anceschi, Davide Boriani, e Gabriele Devecchi, e diventando un protagonista di fama internazionale dell’arte cinetica o programmata.
Colombo era insieme meccanico di oggetti manipolabili e cinetici e architetto dadaista:  era un artista  che veramente si divertiva a fare quello che sperimentava di volta in volta. La sua volontà di superare la concezione tradizionale di opera d’arte, di trasformare gli spettatori in tecnici, portano Gianni Colombo a sperimentare nuove strutture percettive attraverso giochi di luce e insoliti equilibri. L’obiettivo era quello di modificare le sensazioni dello spettatore, stupendolo attraverso la creazione di luoghi sinestetici, campi d’interazione tra i vari organi sensoriali. Voleva turbare la passività percettiva dei luoghi, dalla galleria al museo, dalla casa al palazzo, mostrando l’inerzia del loro utilizzo.

Lo Spazio elastico è stato sperimentato da Colombo in più forme: dall’iniziale reticolo di cubi di fili elastici animati da motori e dall’azione della luce di Wood (1964), all’allestimento di uno Spazio elastico “ambientale” presso la galleria l’Attico di Roma nel 1967-68, operazione che verrà in seguito sviluppata in altre occasioni e varianti. In parallelo agli ambienti percorribili, egli sviluppa, alla fine degli anni Sessanta una serie di Spazi elastici costituiti da leggere strutture in metallo in forma di cubi, appese a soffitto con semplici fili di nylon e animate da motori. Il ruolo attivo del fruitore è tuttavia ulteriormente ribadito in un’altra serie  di Spazi sviluppati a partire dal 1974 dei quali fa parte la nostra opera datata 1975-76: Colombo riparte dal tradizionale piano del quadro, trasformandolo però in una tavola sulla quale il soggetto può intervenire spostando manualmente i fili elastici. I disegni che si possono ottenere coinvolgono chi guarda in una relazione che ha l’apparente leggerezza di un gioco… e “gioco” e “leggerezza” sono, d’altronde, due parole chiave in tutta la poetica di Gianni Colombo. Gianni Colombo e io, eravamo tra i pochi a inseguire una semplicità, una precisione che fosse anche leggerezza, afferma François Morellet, ricordandolo.

Esperto: Alessandro Rizzi Alessandro Rizzi
+39-02-303 52 41

alessandro.rizzi@dorotheum.it

25.11.2015 - 18:00

Prezzo realizzato: **
EUR 179.900,-
Stima:
EUR 120.000,- a EUR 160.000,-

Gianni Colombo *


(Milano 1937–1993 Melzo)
“Spazio Elastico”, 1975/76, intitolato, firmato e datato Spazio Elastico (due doppi rettangoli adiacenti)
Intermutabile Gianni Colombo 1975/6 sul verso, chiodi, molle metalliche, elastici e smalto su tavola, 125 x 125 cm, (AR)

Certificazione fotografica:
Archivio Gianni Colombo, Milano, 8 aprile 2008, n. d’archivio 1125

Provenienza:
Studio Marconi, Milano
Sotheby’s Milano, 27 maggio 2008, lotto 155
Galleria Spazia, Bologna
Collezione privata europea

Esposizioni:
Monaco di Baviera, Kunstausstellung der Arbeitsgemeinschaft der Alpenländer. Comunità di lavoro delle Regioni Alpine, 1978
Salisburgo, Cantone dei Grigioni, Trento, Bolzano, Milano, Künstler in der Lombardei seit den 60er Jahren. Artisti in Lombardia dagli anni 60, 1978, catalogo della mostra, ed. Vittorio Fagone

Declinazione ulteriore del concetto di Spazio elastico è la costruzione di veri e propri oggetti/quadro nei quali l’indeterminatezza concettuale e percettiva della forma, della struttura , dell’immagine, si attui per altra via. È in gioco qui la condizione a un tempo proiettiva e appropriata dello spazio, la fisicizzazione d’un segno che a prima vista ha le fattezze teoriche del disegnare geometrico: ancora, soprattutto, la modificabilità arbitraria, per partecipazione attiva del fruitore, della struttura che può essere costituita in molteplici modi, in virtù dell’elasticità dei fili metallici che fungono da segni.
(Flaminio Gualdoni, in Gianni Colombo, catalogo della mostra tenuta presso lo Studio Gariboldi, Milano, 7 ottobre 2010)

Gianni Colombo (Milano, 1937 - Melzo, 1993) realizzò le sue prime opere – dipinti, sculture, ceramiche – nel 1955. Studiò all’Accademia di Brera, dove frequentò i corsi di pittura di Achille Funi e Pompeo Borra. Condivise il suo primo atelier in via Montegrappa a Milano con Davide Boriani e Gabriele Devecchi, trasferendosi infine in un atelier vicino a quello di suo fratello Joe. Egli sperimentò con diversi materiali e linguaggi, fondando nel 1959 il Gruppo T con Giovanni Anceschi, Davide Boriani, e Gabriele Devecchi, e diventando un protagonista di fama internazionale dell’arte cinetica o programmata.
Colombo era insieme meccanico di oggetti manipolabili e cinetici e architetto dadaista:  era un artista  che veramente si divertiva a fare quello che sperimentava di volta in volta. La sua volontà di superare la concezione tradizionale di opera d’arte, di trasformare gli spettatori in tecnici, portano Gianni Colombo a sperimentare nuove strutture percettive attraverso giochi di luce e insoliti equilibri. L’obiettivo era quello di modificare le sensazioni dello spettatore, stupendolo attraverso la creazione di luoghi sinestetici, campi d’interazione tra i vari organi sensoriali. Voleva turbare la passività percettiva dei luoghi, dalla galleria al museo, dalla casa al palazzo, mostrando l’inerzia del loro utilizzo.

Lo Spazio elastico è stato sperimentato da Colombo in più forme: dall’iniziale reticolo di cubi di fili elastici animati da motori e dall’azione della luce di Wood (1964), all’allestimento di uno Spazio elastico “ambientale” presso la galleria l’Attico di Roma nel 1967-68, operazione che verrà in seguito sviluppata in altre occasioni e varianti. In parallelo agli ambienti percorribili, egli sviluppa, alla fine degli anni Sessanta una serie di Spazi elastici costituiti da leggere strutture in metallo in forma di cubi, appese a soffitto con semplici fili di nylon e animate da motori. Il ruolo attivo del fruitore è tuttavia ulteriormente ribadito in un’altra serie  di Spazi sviluppati a partire dal 1974 dei quali fa parte la nostra opera datata 1975-76: Colombo riparte dal tradizionale piano del quadro, trasformandolo però in una tavola sulla quale il soggetto può intervenire spostando manualmente i fili elastici. I disegni che si possono ottenere coinvolgono chi guarda in una relazione che ha l’apparente leggerezza di un gioco… e “gioco” e “leggerezza” sono, d’altronde, due parole chiave in tutta la poetica di Gianni Colombo. Gianni Colombo e io, eravamo tra i pochi a inseguire una semplicità, una precisione che fosse anche leggerezza, afferma François Morellet, ricordandolo.

Esperto: Alessandro Rizzi Alessandro Rizzi
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kundendienst@dorotheum.at

+43 1 515 60 200
Asta: Arte contemporanea
Tipo d'asta: Asta in sala
Data: 25.11.2015 - 18:00
Luogo dell'asta: Vienna | Palais Dorotheum
Esposizione: 14.11. - 25.11.2015


** Prezzo d’acquisto comprensivo dei diritti d’asta acquirente e IVA

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