Lotto No. 553


Raffaellino del Colle


Raffaellino del Colle - Dipinti antichi

(Sansepolcro intorno al 1500–1566)
Santa Caterina d'Alessandria incoronata da due angeli,
tempera su tavola, cm 119 x 72, in cornice

Mostre:
Centro Cultural Banco do Brasil São Paulo, Mestres do Renacimento, Obras-Primas Italianas, 13 luglio – 23 settembre 2013 e Centro Cultural Banco do Brasil Brasilia, 12 ottobre – 5 gennaio 2014.

Bibliografia:
Mestres do Renacimento, Obras-Primas Italianas, catalogo della mostra, São Paulo 2013, pag. 96-97 (come Raffaellino del Colle).

Il dipinto in esame è un'importante opera giovanile di Raffaellino del Colle dai colori limpidi e accesi e dalle forme eleganti delle figure. La composizione rappresenta una sintesi fra un classicismo accademico ben assimilato e il primo manierismo incipiente nella sua versione più elegante. Gli elementi di accademismo presenti nel dipinto possono essere ricongiunti principalmente ad uno studio condotto dal suo autore sul celebre affresco di Raffaello raffigurante il Profeta Isaia che tuttora si trova su un pilastro della chiesa di Sant’Agostino a Roma e risale intorno al 1513, che fu a sua volta debitore verso i Profeti e le Sibille michelangioleschi della Sistina. Ma un dettaglio di cultura classicheggiante e accademica romana d'inizio Cinquecento è rappresentato anche dall'acconciatura di Santa Caterina, con le trecce annodate sul capo, che rimanda alle pettinature di due sculture antiche: l'Apollo del Belvedere e l'Afrodite accovacciata.

Il motivo delle gambe intrecciate della Santa, col piede destro proiettato in primo piano, risente della posa coniata da Giulio Romano per la Vergine della Sacra Conversazione, da lui dipinta verso il 1523 per Santa Maria dell’Anima a Roma (vedi C.L.C.E. Witcombe, Raffaellino del Colle and Giulio Romano’s Holy Family with Saints in S. Maria dell’Anima, in “Gazette des Beaux-Arts”, CXIV, 1989, pag. 51-62; A. Nesi, Leonardo Grazia e Benedetto Pagni: echi dello stile di Giulio Romano tra Pistoia e Pescia, in “Arte Cristiana”, XCIII, 2005, pag. 183-188). L'allungamento del collo della martire, la sua testa piccola e ovale, la posa del braccio e della mano destra reggente il libro rimandano invece al Parmigianino, e nella fattispecie alla Madonna della Visione di San Girolamo per la cappella di Maria Bufalini a San Salvatore in Lauro a Roma, oggi alla National Gallery, Londra. Anche la scelta stilistica dell'allungamento del braccio della Santa proviene dal Parmigianino e rimase presente nel repertorio di Raffaellino, ad esempio nella Madonna della Sacra Conversazione della chiesa di San Michele a Città di Castello (intorno al 1535), nella Madonna di un disegno al Gabinetto Disegni e Stampe degli Uffizi e nella Madonna di un'altra Sacra Conversazione, firmata e datata 1543, alla chiesa di Santa Maria die Servi a Sant’Angelo in Vado (vedi a tal proposito A. Nesi, Alcuni disegni inediti di Raffaellino di Colle e altre note a margine di una monografia su Pierantonio Palmerini, in “Accademia Raffaello. Atti e studi”, 23, 2005, 1, pag. 21-22). Tutto ciò ci permette di datare la presente Santa Caterina verso la fine del terzo decennio del Cinquecento.

Raffaellino del Colle fu allievo a Roma di Giulio Romano, il quale aveva potuto esperire di prima persona i nuovi sviluppi creativi nella bottega di Raffaello, prima di partecipare egli stesso attivamente all'evoluzione della pittura romana fino al Sacco di Roma nel 1527. Tipici del Raffaellino appaiono innanzitutto i tratti somatici della Santa e dei due angeli, molto vicini ad esempio a quelli della Vergine e dei due angioletti volanti dell'Immacolata Concezione da lui dipinta per la Collegiata di Mercatello sul Metauro a Pesaro-Urbino, da alcuni datata agli anni Cinquanta del Cinquecento, ma in realtà eseguita un ventennio prima (per la datazione agli anni Cinquanta cfr. M. Droghini, Raffaellino del Colle, Fermignano 2001, pag. 130; per la datazione all'inizio degli anni Trenta si veda A. Nesi, Pierantonio Palmierini. Cultura figurativa ed esperienze artistiche di un pittore urbinate, prima e durante la decorazione dell’Imperiale di Pesaro, Fermignano 2004, pag. 89). La posa elaborata e mossa della Santa si collega ad un'altra opera del pittore databile alla fine degli anni Venti, ovvero l'affresco staccato con San Leone Magno nella Pinacoteca di Sansepolcro.

Siamo grati ad Alessandro Nesi per l'aiuto prestato nella catalogazione dell'opera in esame.

09.04.2014 - 18:00

Stima:
EUR 60.000,- a EUR 80.000,-

Raffaellino del Colle


(Sansepolcro intorno al 1500–1566)
Santa Caterina d'Alessandria incoronata da due angeli,
tempera su tavola, cm 119 x 72, in cornice

Mostre:
Centro Cultural Banco do Brasil São Paulo, Mestres do Renacimento, Obras-Primas Italianas, 13 luglio – 23 settembre 2013 e Centro Cultural Banco do Brasil Brasilia, 12 ottobre – 5 gennaio 2014.

Bibliografia:
Mestres do Renacimento, Obras-Primas Italianas, catalogo della mostra, São Paulo 2013, pag. 96-97 (come Raffaellino del Colle).

Il dipinto in esame è un'importante opera giovanile di Raffaellino del Colle dai colori limpidi e accesi e dalle forme eleganti delle figure. La composizione rappresenta una sintesi fra un classicismo accademico ben assimilato e il primo manierismo incipiente nella sua versione più elegante. Gli elementi di accademismo presenti nel dipinto possono essere ricongiunti principalmente ad uno studio condotto dal suo autore sul celebre affresco di Raffaello raffigurante il Profeta Isaia che tuttora si trova su un pilastro della chiesa di Sant’Agostino a Roma e risale intorno al 1513, che fu a sua volta debitore verso i Profeti e le Sibille michelangioleschi della Sistina. Ma un dettaglio di cultura classicheggiante e accademica romana d'inizio Cinquecento è rappresentato anche dall'acconciatura di Santa Caterina, con le trecce annodate sul capo, che rimanda alle pettinature di due sculture antiche: l'Apollo del Belvedere e l'Afrodite accovacciata.

Il motivo delle gambe intrecciate della Santa, col piede destro proiettato in primo piano, risente della posa coniata da Giulio Romano per la Vergine della Sacra Conversazione, da lui dipinta verso il 1523 per Santa Maria dell’Anima a Roma (vedi C.L.C.E. Witcombe, Raffaellino del Colle and Giulio Romano’s Holy Family with Saints in S. Maria dell’Anima, in “Gazette des Beaux-Arts”, CXIV, 1989, pag. 51-62; A. Nesi, Leonardo Grazia e Benedetto Pagni: echi dello stile di Giulio Romano tra Pistoia e Pescia, in “Arte Cristiana”, XCIII, 2005, pag. 183-188). L'allungamento del collo della martire, la sua testa piccola e ovale, la posa del braccio e della mano destra reggente il libro rimandano invece al Parmigianino, e nella fattispecie alla Madonna della Visione di San Girolamo per la cappella di Maria Bufalini a San Salvatore in Lauro a Roma, oggi alla National Gallery, Londra. Anche la scelta stilistica dell'allungamento del braccio della Santa proviene dal Parmigianino e rimase presente nel repertorio di Raffaellino, ad esempio nella Madonna della Sacra Conversazione della chiesa di San Michele a Città di Castello (intorno al 1535), nella Madonna di un disegno al Gabinetto Disegni e Stampe degli Uffizi e nella Madonna di un'altra Sacra Conversazione, firmata e datata 1543, alla chiesa di Santa Maria die Servi a Sant’Angelo in Vado (vedi a tal proposito A. Nesi, Alcuni disegni inediti di Raffaellino di Colle e altre note a margine di una monografia su Pierantonio Palmerini, in “Accademia Raffaello. Atti e studi”, 23, 2005, 1, pag. 21-22). Tutto ciò ci permette di datare la presente Santa Caterina verso la fine del terzo decennio del Cinquecento.

Raffaellino del Colle fu allievo a Roma di Giulio Romano, il quale aveva potuto esperire di prima persona i nuovi sviluppi creativi nella bottega di Raffaello, prima di partecipare egli stesso attivamente all'evoluzione della pittura romana fino al Sacco di Roma nel 1527. Tipici del Raffaellino appaiono innanzitutto i tratti somatici della Santa e dei due angeli, molto vicini ad esempio a quelli della Vergine e dei due angioletti volanti dell'Immacolata Concezione da lui dipinta per la Collegiata di Mercatello sul Metauro a Pesaro-Urbino, da alcuni datata agli anni Cinquanta del Cinquecento, ma in realtà eseguita un ventennio prima (per la datazione agli anni Cinquanta cfr. M. Droghini, Raffaellino del Colle, Fermignano 2001, pag. 130; per la datazione all'inizio degli anni Trenta si veda A. Nesi, Pierantonio Palmierini. Cultura figurativa ed esperienze artistiche di un pittore urbinate, prima e durante la decorazione dell’Imperiale di Pesaro, Fermignano 2004, pag. 89). La posa elaborata e mossa della Santa si collega ad un'altra opera del pittore databile alla fine degli anni Venti, ovvero l'affresco staccato con San Leone Magno nella Pinacoteca di Sansepolcro.

Siamo grati ad Alessandro Nesi per l'aiuto prestato nella catalogazione dell'opera in esame.


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old.masters@dorotheum.at

+43 1 515 60 403
Asta: Dipinti antichi
Tipo d'asta: Asta in sala
Data: 09.04.2014 - 18:00
Luogo dell'asta: Vienna | Palais Dorotheum
Esposizione: 29.03. - 09.04.2014

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