Lotto No. 202


Heinz Mack *


Heinz Mack * - Arte contemporanea I

(nato a Lollar, Assia, nel 1931)
“Lichtfächer im Raum”, 1965, firmato, datato mack 65, alluminio, acciaio inossidabile, legno, plexiglas,
105 x 135 x 7 cm, con cornice

Certificazione fotografica:
Heinz Mack, Mönchengladbach settembre 1990, con firma dell’artista.

L’opera è riportata nel supplemento al catalogo ragionato, Skulpturen 1953–1986, con il n. 908 A.

Provenienza:
Collezione privata, Germania – acquistato direttamente dall’artista

I fondatori di ZERO, Heinz Mack e Otto Piene, a cui poco più tardi si unì Günther Uecker, si prefiggevano di rinunciare agli idiomi stilistici che fino a quel momento avevano prevalso e ai princìpi tradizionali della composizione artistica, e di ridurre i metodi artistici al minimo possibile; tutto questo nella speranza di rendere maggiormente sensibile la percezione dell’essenziale, della luce e del movimento. Luce e spazio per il movimento, nei loro significati universali e nella grande complessità della loro semplicità, diventarono gli elementi fondamentali dell’arte per gli artisti di ZERO.

“La materialità della scultura rimane il punto di partenza per tutte le illusioni. L’immaterialità degli spazi di Mack non viene mai creata in maniera indipendente da un oggetto; l’illusione è radicata in un oggetto, e appare come un’esperienza secondaria.” L’illusionismo che Heinz Mack voleva evocare serve principalmente a creare una nuova qualità della percezione: utilizzando l’apprezzamento, da parte dello spettatore, per la bellezza, esso cerca di creare una nuova esperienza dello spazio nel suo complesso. “La luce e gli specchi non vengono utilizzati nel senso di un ‘art pour l’art’ – come dimostrano le affermazioni di Mack sull’immaterialità e i suoi riferimenti al regno ‘spirituale’. Le metafore di angeli e di luce vengono usate da Mack come entità utopiche che si spingono oltre una religiosità definita in senso stretto. Gli angeli nelle opere incentrate sul tema delle ali (Flügel) vengono intesi da Mack come portatori di luce, non come messaggeri religiosi: ‘la luce come spazio spirituale entro cui gli angeli si muovono viene mostrata tramite la visibilità delle superfici, le cui vibrazioni energetiche suggeriscono l’impenetrabilità della materia al pensiero visivo.’ Attraverso un’intensificazione della percezione, intuizioni potenziali vengono messe in luce che l’immaginazione umana dovrebbe poi a sua volta afferrare.”
(Museum Abteiberg Mönchengladbach, Heinz Mack, Kinetik, catalogo della mostra, Düsseldorf 2011, p. 46)

La luce, come elemento che controlla i ‘Lichtfächer’ (lett. ‘ventagli di luce’), li trasforma in oggetti cinetici viventi, unici. Per il suo ‘Lichtfächer’, Heinz Mack ha usato un nido d’ape (Museum Abteiberg Mönchengladbach, catalogo della mostra, p. 154), una rete a maglie strette di alluminio espanso, proveniente dalla tecnologia utilizzata nel settore aerospaziale. Questa materialità tecnoide implica che al tessuto di metallo possano essere conferite curvature sottili, e che dei pattern variabili possano venire creati dai singoli nidi d’ape (ivi, p. 129). L’intenzione artistica di rendere la luce, la struttura e il movimento visibili viene accentuata in modo particolare nel ‘Lichtflügel’, come risultato della struttura delicata del nido d’ape intrecciato. La luce viene frammentata nelle profondità del nido d’ape, facendo sì che l’intera superficie balugini in modo diverso a seconda della posizione dell’osservatore. Le piccole superfici alate su entrambi i lati della griglia, incise nella lastra della base del ‘Lichtfächer im Raum’ e che differiscono nella materialità della propria superficie, aggiungono un rinforzo ulteriore all’effetto iridescente della luce in entrata, e creano vibrazioni energetiche attorno a tutta l’opera, fra le prime dell’artista. Il reticolato a maglie strette permette ad Heinz Mack di accentuare il proprio principio fondamentale di articolazione della luce su questa superficie, con il fenomeno immateriale che compare insieme ad essa, fornendo quindi all’osservatore una qualità della percezione completamente nuova.

22.11.2017 - 18:00

Prezzo realizzato: **
EUR 247.000,-
Stima:
EUR 200.000,- a EUR 300.000,-

Heinz Mack *


(nato a Lollar, Assia, nel 1931)
“Lichtfächer im Raum”, 1965, firmato, datato mack 65, alluminio, acciaio inossidabile, legno, plexiglas,
105 x 135 x 7 cm, con cornice

Certificazione fotografica:
Heinz Mack, Mönchengladbach settembre 1990, con firma dell’artista.

L’opera è riportata nel supplemento al catalogo ragionato, Skulpturen 1953–1986, con il n. 908 A.

Provenienza:
Collezione privata, Germania – acquistato direttamente dall’artista

I fondatori di ZERO, Heinz Mack e Otto Piene, a cui poco più tardi si unì Günther Uecker, si prefiggevano di rinunciare agli idiomi stilistici che fino a quel momento avevano prevalso e ai princìpi tradizionali della composizione artistica, e di ridurre i metodi artistici al minimo possibile; tutto questo nella speranza di rendere maggiormente sensibile la percezione dell’essenziale, della luce e del movimento. Luce e spazio per il movimento, nei loro significati universali e nella grande complessità della loro semplicità, diventarono gli elementi fondamentali dell’arte per gli artisti di ZERO.

“La materialità della scultura rimane il punto di partenza per tutte le illusioni. L’immaterialità degli spazi di Mack non viene mai creata in maniera indipendente da un oggetto; l’illusione è radicata in un oggetto, e appare come un’esperienza secondaria.” L’illusionismo che Heinz Mack voleva evocare serve principalmente a creare una nuova qualità della percezione: utilizzando l’apprezzamento, da parte dello spettatore, per la bellezza, esso cerca di creare una nuova esperienza dello spazio nel suo complesso. “La luce e gli specchi non vengono utilizzati nel senso di un ‘art pour l’art’ – come dimostrano le affermazioni di Mack sull’immaterialità e i suoi riferimenti al regno ‘spirituale’. Le metafore di angeli e di luce vengono usate da Mack come entità utopiche che si spingono oltre una religiosità definita in senso stretto. Gli angeli nelle opere incentrate sul tema delle ali (Flügel) vengono intesi da Mack come portatori di luce, non come messaggeri religiosi: ‘la luce come spazio spirituale entro cui gli angeli si muovono viene mostrata tramite la visibilità delle superfici, le cui vibrazioni energetiche suggeriscono l’impenetrabilità della materia al pensiero visivo.’ Attraverso un’intensificazione della percezione, intuizioni potenziali vengono messe in luce che l’immaginazione umana dovrebbe poi a sua volta afferrare.”
(Museum Abteiberg Mönchengladbach, Heinz Mack, Kinetik, catalogo della mostra, Düsseldorf 2011, p. 46)

La luce, come elemento che controlla i ‘Lichtfächer’ (lett. ‘ventagli di luce’), li trasforma in oggetti cinetici viventi, unici. Per il suo ‘Lichtfächer’, Heinz Mack ha usato un nido d’ape (Museum Abteiberg Mönchengladbach, catalogo della mostra, p. 154), una rete a maglie strette di alluminio espanso, proveniente dalla tecnologia utilizzata nel settore aerospaziale. Questa materialità tecnoide implica che al tessuto di metallo possano essere conferite curvature sottili, e che dei pattern variabili possano venire creati dai singoli nidi d’ape (ivi, p. 129). L’intenzione artistica di rendere la luce, la struttura e il movimento visibili viene accentuata in modo particolare nel ‘Lichtflügel’, come risultato della struttura delicata del nido d’ape intrecciato. La luce viene frammentata nelle profondità del nido d’ape, facendo sì che l’intera superficie balugini in modo diverso a seconda della posizione dell’osservatore. Le piccole superfici alate su entrambi i lati della griglia, incise nella lastra della base del ‘Lichtfächer im Raum’ e che differiscono nella materialità della propria superficie, aggiungono un rinforzo ulteriore all’effetto iridescente della luce in entrata, e creano vibrazioni energetiche attorno a tutta l’opera, fra le prime dell’artista. Il reticolato a maglie strette permette ad Heinz Mack di accentuare il proprio principio fondamentale di articolazione della luce su questa superficie, con il fenomeno immateriale che compare insieme ad essa, fornendo quindi all’osservatore una qualità della percezione completamente nuova.


Hotline dell'acquirente lun-ven: 10.00 - 17.00
kundendienst@dorotheum.at

+43 1 515 60 200
Asta: Arte contemporanea I
Tipo d'asta: Asta in sala
Data: 22.11.2017 - 18:00
Luogo dell'asta: Vienna | Palais Dorotheum
Esposizione: 11.11. - 21.11.2017


** Prezzo d’acquisto comprensivo dei diritti d’asta acquirente e IVA

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