La Madonna con Cristo e San Giovannino, olio su tavola, cm 72,5 x 58,5, in cornice

Siamo grati al dottor Louis Waldmann per aver confermato l’autografia del presente dipinto.

La tavola in esame è opera di un pittore fiorentino di cui non si conosce il nome dell’epoca intorno al 1495–1515, la cui opera è stata riassunta da Everett Fahy attribuendogli il nome provvisorio di “Maestro del Compianto di Scandicci”. Probabilmente proveniente dalla bottega del Perugino, come Fahy suppone, e all’incirca coetaneo di Raffaello, allievo del Perugino, il Maestro che viveva a Firenze subì ben presto anche l’ascendente della tarda scuola del Ghirlandaio, raccolta intorno a Ridolfo Ghirlandaio e Francesco Granacci, cui in passato furono attribuiti molti dei suoi quadri. I suoi dipinti testimoniano inoltre il confronto artistico con le opere di Leonardo del secondo periodo fiorentino. La “Madonna con Cristo e San Giovannino” è un’interessante variante di quella che può essere ritenuta una delle iconografie più fortunate nella pittura rinascimentale fiorentina. La posa assunta da Maria nel presentarsi all’osservatore, invitandolo ad entrare nella scena dipinta con il contatto dello sguardo, ricorda un ritratto. L’episodio centrale è Cristo che benedice San Giovannino: le due figure entrano in dialogo, mentre Maria indica con due dita il corpo del figlioletto come se volesse annunciarne il sacrificio finale e il motivo eucaristico. Notevole come la narrazione anche lo stile pittorico della tavola, che nella resa dell’incarnato colpisce per il delicato modellato e la pennellata minuziosa che descrive il paesaggio. L’armonia cromatica del paesaggio, avvolto da una luce soffusa, e il colorito fumoso del primo piano sono caratteristici del Maestro. Una tavola del Maestro del Compianto di Scandicci molto simile al dipinto in esame si trova oggi alla Galleria Palatina di Palazzo Pitti, a Firenze.