Lotto No. 284


Alain Jacquet *


Alain Jacquet * - Arte contemporanea I

(Neuilly-sur-Seine 1939–2008 New York City )
Le Déjeuner sur l’herbe (dittico), 1964, firmato Alain Jacquet sul telaio e con iscrizione recante il n. di catalogo AJ-DEJ/T-64–25 su due etichette sul verso delle due tele, stampa in quadricromia cellulosica su tela, in due parti, misure complessive: 175 x 196 cm, su telaio

Pezzo unico facente parte di una serie di 95 variazioni sul medesimo tema.

L’autenticità dell’opera è stata confermata da Fabien Jacquet.

Quest’opera sarà inserita nel catalogo ragionato di prossima pubblicazione, a cura di Fabien Jacquet del Comité Alain Jacquet, Cerdon, con il n. AJ-DEJ/T-64–25.

Certificazione fotografica:
Comité Alain Jacquet, Parigi, marzo 2018, n. cat. AJ-DEJ/T64–25.

Provenienza:
Collezione privata, Austria – acquistato negli anni Sessanta

Esposizioni:
San Paolo del Brasile, Padiglione francese, IX Bienal de São Paulo, 1967, p. 73 (un’altra variante esposta e illustrata)
Parigi, Galerie Beaubourg, Marianne et Pierre Nahon, Alain Jacquet, 25ième anniversaire du Déjeuner sur l’herbe, 1989, (un’altra variante esposta e illustrata in copertina e alle pp. 26–27)
Parigi, Galerie Jousse-Seguin, Alain Jacquet, 10 settembre - 19 ottobre 1991, p. 2 (un’altra variante esposta e illustrata)
Musée d’Arte Moderne de la Ville de Paris, Passions Privées, dicembre 1995 - marzo 1996, n. 11, p. 458 (un’altra variante esposta e illustrata)
Amiens, Musée de Picardie, Alain Jacquet, Œuvres de 1951 à 1998, 1998, p. 35 (un’altra variante esposta e illustrata)
Châteauroux, Couvent des Cordeliers, Alain Jacquet, Camouflages 1961 – 1964, 19 marzo - 15 giugno 2002, pp. 98–99 (un’altra variante esposta e illustrata)
Nizza, Musée d’Art Moderne et d’Art Contemporain, Alain Jacquet: Camouflages et Trames, 29 gennaio - 22 maggio 2005, pp. 85–87 (un’altra variante esposta e illustrata)
New Haven, Yale School of Art, 32 Edgewood Gallery, Lunch with Olympia, 20 settembre - 21 novembre 2013 (un’altra variante esposta)

Bibliografia:
Robert Maillard, a cura di, Vingt-cinq ans d’art en France, Parigi, 1986, p. 118 (un’altra variante illustrata)
Duncan Smith, Alain Jacquet, Parigi, 1990, p. 5, p. 32 (un’altra variante illustrata)
Marco Livingston, Pop Art: A Continuing History, Londra 1990, p. 145, n. 202, (un’altra variante illustrata)
Si ringrazia il Sig. Fabien Jacquet per la cortese assistenza nella catalogazione dell’opera.

Jacquet eseguì Le Déjeuner sur l’herbe (Colazione sull’erba) nel 1964. In quest’opera determinante, l’artista gettò le fondamenta di un’ampia parte del suo sviluppo artistico successivo. Jacquet trasforma l’istantanea fotografica originale, allargandone la trama fino al punto di deformarla, lasciando che i grani della fotografia diventino visibili in primo piano. I puntini, così ingranditi, al tempo stesso creano e nascondono l’immagine. Entrando in contatto con i nuovi movimenti artistici degli anni Sessanta del secolo scorso, Jacquet ebbe affinità non solo con il Nouveau Réalisme francese, ma anche con i movimenti della Pop Art nel Regno Unito e negli Stati Uniti – al contempo rimanendone abbastanza distaccato da mantenere uno status indipendente per la propria opera. Mentre i contemporanei di Jacquet in America accoglievano di buon grado le attrattive di uno stile di vita seducente, i primi dipinti dell’artista costituiscono più un commento politico sui rigidi stereotipi di genere e sulla stretta del capitalismo.
Alludendo in maniera pungente al capolavoro omonimo Le Déjeuner sur l’herbe che Manet dipinse nel 1862-63, Jacquet fonde quasi un secolo di storia dell’arte. Con un simile modernismo pionieristico, come quello stabilito nella quintessenza di quest’opera, la comprensione di Jacquet dell’argomento è un ammiccamento colto ai traguardi che segnalavano l’emancipazione della creatività d’espressione già fin dal Salon des Refusés (Salone dei Rifiutati). Di conseguenza, la presente opera si colloca al centro di un discorso rivoluzionario che ha differenziato la Pop Art europea da quella statunitense. Considerando la motivazione assai significativa che ha ispirato il dipinto di Jacquet, sarà utile ricordare in questo contesto, almeno brevemente, l’opera famosa di Manet che fu inizialmente respinta, sebbene oggi la si possa trovare esposta in maniera permanente a Parigi, al Museo d’Orsay. Oggetto d’estremo scandalo al momento della prima presentazione fu la raffigurazione, da parte di Manet, di una coppia di uomini che pranzavano in un parco. Accanto a loro, seppure separata dagli altri in maniera accattivante, siede una donna ignuda, che fissa con lo sguardo l’osservatore del dipinto. Come a sottolineare la differenza fra la carnagione pallida della donna e gli uomini vestiti in maniera elegante, un’altra figura è visibile fra gli alberi: una donna al bagno, succintamente vestita. Proprio come Manet, che allude alle identità delle modelle nelle proprie opere, e che quindi raffigura la propria esistenza piuttosto che i soggetti delle allegorie, è chiaro che coloro che sono in posa in quest’opera sono amici dell’artista. Nella fattispecie, la donna nuda è Jeannine de Goldschmidt, una gallerista. Si trova seduta accanto a Mario Schifano, un artista italiano. Il secondo uomo è suo marito, Pierre Restany, critico d’arte. La donna che si immerge dietro il gruppo è Jacqueline Lafon, cognata della coppia sposata. È tuttavia visibile una divergenza, nell’acqua: laddove la rappresentazione di Manet era completamente naturale, Jacquet opta per una piscina invece di un ruscello.
Il risultato è un ritratto delle comodità familiari della classe media capitalista.

16.05.2018 - 19:00

Prezzo realizzato: **
EUR 71.250,-
Stima:
EUR 40.000,- a EUR 60.000,-

Alain Jacquet *


(Neuilly-sur-Seine 1939–2008 New York City )
Le Déjeuner sur l’herbe (dittico), 1964, firmato Alain Jacquet sul telaio e con iscrizione recante il n. di catalogo AJ-DEJ/T-64–25 su due etichette sul verso delle due tele, stampa in quadricromia cellulosica su tela, in due parti, misure complessive: 175 x 196 cm, su telaio

Pezzo unico facente parte di una serie di 95 variazioni sul medesimo tema.

L’autenticità dell’opera è stata confermata da Fabien Jacquet.

Quest’opera sarà inserita nel catalogo ragionato di prossima pubblicazione, a cura di Fabien Jacquet del Comité Alain Jacquet, Cerdon, con il n. AJ-DEJ/T-64–25.

Certificazione fotografica:
Comité Alain Jacquet, Parigi, marzo 2018, n. cat. AJ-DEJ/T64–25.

Provenienza:
Collezione privata, Austria – acquistato negli anni Sessanta

Esposizioni:
San Paolo del Brasile, Padiglione francese, IX Bienal de São Paulo, 1967, p. 73 (un’altra variante esposta e illustrata)
Parigi, Galerie Beaubourg, Marianne et Pierre Nahon, Alain Jacquet, 25ième anniversaire du Déjeuner sur l’herbe, 1989, (un’altra variante esposta e illustrata in copertina e alle pp. 26–27)
Parigi, Galerie Jousse-Seguin, Alain Jacquet, 10 settembre - 19 ottobre 1991, p. 2 (un’altra variante esposta e illustrata)
Musée d’Arte Moderne de la Ville de Paris, Passions Privées, dicembre 1995 - marzo 1996, n. 11, p. 458 (un’altra variante esposta e illustrata)
Amiens, Musée de Picardie, Alain Jacquet, Œuvres de 1951 à 1998, 1998, p. 35 (un’altra variante esposta e illustrata)
Châteauroux, Couvent des Cordeliers, Alain Jacquet, Camouflages 1961 – 1964, 19 marzo - 15 giugno 2002, pp. 98–99 (un’altra variante esposta e illustrata)
Nizza, Musée d’Art Moderne et d’Art Contemporain, Alain Jacquet: Camouflages et Trames, 29 gennaio - 22 maggio 2005, pp. 85–87 (un’altra variante esposta e illustrata)
New Haven, Yale School of Art, 32 Edgewood Gallery, Lunch with Olympia, 20 settembre - 21 novembre 2013 (un’altra variante esposta)

Bibliografia:
Robert Maillard, a cura di, Vingt-cinq ans d’art en France, Parigi, 1986, p. 118 (un’altra variante illustrata)
Duncan Smith, Alain Jacquet, Parigi, 1990, p. 5, p. 32 (un’altra variante illustrata)
Marco Livingston, Pop Art: A Continuing History, Londra 1990, p. 145, n. 202, (un’altra variante illustrata)
Si ringrazia il Sig. Fabien Jacquet per la cortese assistenza nella catalogazione dell’opera.

Jacquet eseguì Le Déjeuner sur l’herbe (Colazione sull’erba) nel 1964. In quest’opera determinante, l’artista gettò le fondamenta di un’ampia parte del suo sviluppo artistico successivo. Jacquet trasforma l’istantanea fotografica originale, allargandone la trama fino al punto di deformarla, lasciando che i grani della fotografia diventino visibili in primo piano. I puntini, così ingranditi, al tempo stesso creano e nascondono l’immagine. Entrando in contatto con i nuovi movimenti artistici degli anni Sessanta del secolo scorso, Jacquet ebbe affinità non solo con il Nouveau Réalisme francese, ma anche con i movimenti della Pop Art nel Regno Unito e negli Stati Uniti – al contempo rimanendone abbastanza distaccato da mantenere uno status indipendente per la propria opera. Mentre i contemporanei di Jacquet in America accoglievano di buon grado le attrattive di uno stile di vita seducente, i primi dipinti dell’artista costituiscono più un commento politico sui rigidi stereotipi di genere e sulla stretta del capitalismo.
Alludendo in maniera pungente al capolavoro omonimo Le Déjeuner sur l’herbe che Manet dipinse nel 1862-63, Jacquet fonde quasi un secolo di storia dell’arte. Con un simile modernismo pionieristico, come quello stabilito nella quintessenza di quest’opera, la comprensione di Jacquet dell’argomento è un ammiccamento colto ai traguardi che segnalavano l’emancipazione della creatività d’espressione già fin dal Salon des Refusés (Salone dei Rifiutati). Di conseguenza, la presente opera si colloca al centro di un discorso rivoluzionario che ha differenziato la Pop Art europea da quella statunitense. Considerando la motivazione assai significativa che ha ispirato il dipinto di Jacquet, sarà utile ricordare in questo contesto, almeno brevemente, l’opera famosa di Manet che fu inizialmente respinta, sebbene oggi la si possa trovare esposta in maniera permanente a Parigi, al Museo d’Orsay. Oggetto d’estremo scandalo al momento della prima presentazione fu la raffigurazione, da parte di Manet, di una coppia di uomini che pranzavano in un parco. Accanto a loro, seppure separata dagli altri in maniera accattivante, siede una donna ignuda, che fissa con lo sguardo l’osservatore del dipinto. Come a sottolineare la differenza fra la carnagione pallida della donna e gli uomini vestiti in maniera elegante, un’altra figura è visibile fra gli alberi: una donna al bagno, succintamente vestita. Proprio come Manet, che allude alle identità delle modelle nelle proprie opere, e che quindi raffigura la propria esistenza piuttosto che i soggetti delle allegorie, è chiaro che coloro che sono in posa in quest’opera sono amici dell’artista. Nella fattispecie, la donna nuda è Jeannine de Goldschmidt, una gallerista. Si trova seduta accanto a Mario Schifano, un artista italiano. Il secondo uomo è suo marito, Pierre Restany, critico d’arte. La donna che si immerge dietro il gruppo è Jacqueline Lafon, cognata della coppia sposata. È tuttavia visibile una divergenza, nell’acqua: laddove la rappresentazione di Manet era completamente naturale, Jacquet opta per una piscina invece di un ruscello.
Il risultato è un ritratto delle comodità familiari della classe media capitalista.


Hotline dell'acquirente lun-ven: 10.00 - 17.00
kundendienst@dorotheum.at

+43 1 515 60 200
Asta: Arte contemporanea I
Tipo d'asta: Asta in sala
Data: 16.05.2018 - 19:00
Luogo dell'asta: Vienna | Palais Dorotheum
Esposizione: 05.05. - 16.05.2018


** Prezzo d’acquisto comprensivo dei diritti d’asta acquirente e IVA

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