(nato a Bruck an der Mur nel 1954)
“Disruption”, 2012, scultura del gruppo di opere “Performative Skulpturen”, acrilico, vernice, edizione di 5 esemplari, 58 x 58 x 60 cm

Un esemplare esposto in:
Erwin Wurm, Galerie Thaddaeus Ropac/Parigi, Pantin, 2013

Provenienza:
Galerie Thaddaeus Ropac, Parigi
Collezione privata, Francia

Nei primi anni Novanta del secolo scorso, Erwin Wurm cominciò a sviluppare una forma del tutto nuova di espressione artistica, le sue sculture performative, o Performative Sculptures: “il fattore decisivo fu la sensazione che ebbi di non avere più un rapporto di vicinanza con il mio lavoro, di essermi persino allontanato ancora di più da esso, perché – come molti altri artisti della mia generazione – avevo cominciato a ‘far fare’ le cose. Ero io ad avere l’idea, a stendere progetti, ma poi sarebbe stato qualcun altro a realizzare effettivamente l’oggetto. Ciò comporta un enorme pericolo, e cioè quello di perdere l’intimità emotiva e la relazione artistica con il proprio lavoro. A un certo punto mi resi conto di dove stavano andando le cose, e allora cercai di reagire prendendo un’altra direzione. Mi sforzai di essere fisicamente coinvolto in ogni scultura, e mi resi conto che si può interpretare in molti modi l’idea di essere ‘fisicamente coinvolti’. Si possono usare le mani, o ci si può arrampicare su qualcosa, si può colpire qualcosa. L’elemento fisico è importante, il fatto che io interferisca con un oggetto durante il processo della sua creazione e che io lo forzi ad assumere una forma dettata da me. Distruggo o deformo un oggetto, e pertanto ciò che ne emerge è qualcosa di nuovo – la scultura performativa.”
Erwin Wurm – Estratto dal saggio di Severin Dünser nel catalogo della mostra:
Performative Skulpturen/Performative Sculptures/21er Haus, Vienna, 2017