Lotto No. 211


Lucio Fontana *


Lucio Fontana * - Arte contemporanea I

(Rosario di Santa Fe, Argentina 1899–1968 Comabbio)
Concetto Spaziale “ATTESA”, 1964–65 firmato e intitolato sul verso, idropittura su tela, rosa fluorescente, 46 x 38 cm, con cornice

L’opera è registrata presso la Fondazione Lucio Fontana, Milano, con il n. 4179/1 ed è accompagnata da certificazione fotografica di autenticità.

Provenienza:
Finarte Milano, 26 marzo 1991, lotto 121
Collezione privata, Milano
Collezione privata europea

Bibliografia:
E. Crispolti, Lucio Fontana. Catalogo ragionato di sculture, dipinti ambientazioni, Skira editore, Milano 2006, p. 744, n. 64–65 T 76 con riproduz. (con didascalia e nota errate)

La Fondazione Lucio Fontana ha già fornito conferma che la presente opera sarà catalogata come rosa (“pink”) nella futura edizione del catalogo ragionato e che tutti gli strati dell’opera, ivi incluso quello rosa finale, sono di mano dell’artista. La Fondazione ha inoltre rilasciato una comunicazione a conferma e supporto di tale affermazione.

Lucio Fontana: l’incommensurabilità dello spazio
Lucio Fontana ricerca nella propria opera l’idea fondamentale di rinnovare l’arte fondendo architettura, pittura e scultura. Nella sua ricerca di una nuova forma di arte spaziale che superi le limitazioni della tela bidimensionale, Fontana dimostra di essere uno degli artisti più sperimentali e innovativi del ventesimo secolo – e uno che formerà e ispirerà generazioni di artisti più giovani. Fontana crea le prime tele perforate nel 1949; circa un decennio più tardi, comincia a tagliarle: incisioni brutali praticate principalmente su tele monocrome con un coltello affilato.
La mossa brillante di Fontana mira a unire lo spazio reale con lo spazio immaginato. Le sue incisioni sono intuitive e precise come una procedura chirurgica, caratterizzate dalla rapidità e dalla sottigliezza con cui vengono praticate. Prima dell’incisione, la superficie era vuota, uno spazio non contrassegnato, la cui immacolatezza viene meramente amplificata dall’audacia del taglio. Egli trasforma la superficie in un nuovo stato spaziale penetrando la struttura stessa dello spazio chiuso. La penetrazione della superficie rende il tessuto, l’esterno fisico della tela, sensualmente conoscibile, mentre la luce si tuffa nella fessura e scompare per aprire un nuovo spazio al di sotto della superficie, sfidando l’immaginazione dell’osservatore. La doppia natura della tela viene di conseguenza accentuata – essa costituisce un vettore fisico che trasporta qualcosa di tangibile, ma al tempo stesso veicola la presenza di qualcosa di nascosto. In modo assai tipico, Fontana stabilisce una dialettica fra la materialità fisica e l’immaterialità, trascendendo in un colpo solo tanto l’illusionismo della pittura tradizionale quanto la tela piatta come elemento caratteristico della modernità.

Fontana creò le opere qui offerte nel 1964/65 (lotto 211) e nel 1968 (lotto 212). Esse rappresentano distintamente l’urgenza e la chiarezza dei suoi ultimi lavori. Inizialmente, l’artista praticava incisioni soprattutto ortogonalmente e in ordine considerevolmente ritmico a tele di forma poligonale. In queste ultime opere, tuttavia, la tecnica è stata ridotta a un taglio verticale attraverso l’asse centrale di una tela quadrata. I toni di colore luminosi – il radioso rosa acceso e il verde saturo – tracciano una linea dritta che giunge fino ai meno conosciuti, ma altamente visionari, ambienti, che l’artista ha a sua volta creato. Egli ha sperimentato con tubi fluorescenti, luci al neon e ultraviolette per manipolare lo spazio e la percezione visiva. Un esempio di prim’ordine di questi esperimenti è Ambiente spaziale con neon, un’opera creata da Fontana allo Stedelijk Museum di Amsterdam nel 1967, e più tardi anche al Van Abbe Museum di Eindhoven, le sedi europee della sua grande mostra itinerante al Museum of Modern Art di New York. Un tubo rosso al neon a forma di S passa attraverso una sala espositiva completamente ricoperta in un tessuto anch’esso rosso. A Torino, nel 1961, per il suo Fonti di energia, soffitto di neon per ‘Italia 61’, Fontana installò una rete orizzontale di tubi al neon blu e verdi attraverso una sala espositiva dall’alto soffitto nero. Gli ambienti, così come le tele tagliate, aspirano al raggiungimento di una unità percettiva, stabilendo al tempo stesso, attraverso l’interazione di colore, luce, linee e oggetti, la profonda incommensurabilità dello spazio.

“La semplicità è la suprema sofisticazione”
Leonardo Da Vinci

16.05.2018 - 19:00

Prezzo realizzato: **
EUR 552.000,-
Stima:
EUR 480.000,- a EUR 650.000,-

Lucio Fontana *


(Rosario di Santa Fe, Argentina 1899–1968 Comabbio)
Concetto Spaziale “ATTESA”, 1964–65 firmato e intitolato sul verso, idropittura su tela, rosa fluorescente, 46 x 38 cm, con cornice

L’opera è registrata presso la Fondazione Lucio Fontana, Milano, con il n. 4179/1 ed è accompagnata da certificazione fotografica di autenticità.

Provenienza:
Finarte Milano, 26 marzo 1991, lotto 121
Collezione privata, Milano
Collezione privata europea

Bibliografia:
E. Crispolti, Lucio Fontana. Catalogo ragionato di sculture, dipinti ambientazioni, Skira editore, Milano 2006, p. 744, n. 64–65 T 76 con riproduz. (con didascalia e nota errate)

La Fondazione Lucio Fontana ha già fornito conferma che la presente opera sarà catalogata come rosa (“pink”) nella futura edizione del catalogo ragionato e che tutti gli strati dell’opera, ivi incluso quello rosa finale, sono di mano dell’artista. La Fondazione ha inoltre rilasciato una comunicazione a conferma e supporto di tale affermazione.

Lucio Fontana: l’incommensurabilità dello spazio
Lucio Fontana ricerca nella propria opera l’idea fondamentale di rinnovare l’arte fondendo architettura, pittura e scultura. Nella sua ricerca di una nuova forma di arte spaziale che superi le limitazioni della tela bidimensionale, Fontana dimostra di essere uno degli artisti più sperimentali e innovativi del ventesimo secolo – e uno che formerà e ispirerà generazioni di artisti più giovani. Fontana crea le prime tele perforate nel 1949; circa un decennio più tardi, comincia a tagliarle: incisioni brutali praticate principalmente su tele monocrome con un coltello affilato.
La mossa brillante di Fontana mira a unire lo spazio reale con lo spazio immaginato. Le sue incisioni sono intuitive e precise come una procedura chirurgica, caratterizzate dalla rapidità e dalla sottigliezza con cui vengono praticate. Prima dell’incisione, la superficie era vuota, uno spazio non contrassegnato, la cui immacolatezza viene meramente amplificata dall’audacia del taglio. Egli trasforma la superficie in un nuovo stato spaziale penetrando la struttura stessa dello spazio chiuso. La penetrazione della superficie rende il tessuto, l’esterno fisico della tela, sensualmente conoscibile, mentre la luce si tuffa nella fessura e scompare per aprire un nuovo spazio al di sotto della superficie, sfidando l’immaginazione dell’osservatore. La doppia natura della tela viene di conseguenza accentuata – essa costituisce un vettore fisico che trasporta qualcosa di tangibile, ma al tempo stesso veicola la presenza di qualcosa di nascosto. In modo assai tipico, Fontana stabilisce una dialettica fra la materialità fisica e l’immaterialità, trascendendo in un colpo solo tanto l’illusionismo della pittura tradizionale quanto la tela piatta come elemento caratteristico della modernità.

Fontana creò le opere qui offerte nel 1964/65 (lotto 211) e nel 1968 (lotto 212). Esse rappresentano distintamente l’urgenza e la chiarezza dei suoi ultimi lavori. Inizialmente, l’artista praticava incisioni soprattutto ortogonalmente e in ordine considerevolmente ritmico a tele di forma poligonale. In queste ultime opere, tuttavia, la tecnica è stata ridotta a un taglio verticale attraverso l’asse centrale di una tela quadrata. I toni di colore luminosi – il radioso rosa acceso e il verde saturo – tracciano una linea dritta che giunge fino ai meno conosciuti, ma altamente visionari, ambienti, che l’artista ha a sua volta creato. Egli ha sperimentato con tubi fluorescenti, luci al neon e ultraviolette per manipolare lo spazio e la percezione visiva. Un esempio di prim’ordine di questi esperimenti è Ambiente spaziale con neon, un’opera creata da Fontana allo Stedelijk Museum di Amsterdam nel 1967, e più tardi anche al Van Abbe Museum di Eindhoven, le sedi europee della sua grande mostra itinerante al Museum of Modern Art di New York. Un tubo rosso al neon a forma di S passa attraverso una sala espositiva completamente ricoperta in un tessuto anch’esso rosso. A Torino, nel 1961, per il suo Fonti di energia, soffitto di neon per ‘Italia 61’, Fontana installò una rete orizzontale di tubi al neon blu e verdi attraverso una sala espositiva dall’alto soffitto nero. Gli ambienti, così come le tele tagliate, aspirano al raggiungimento di una unità percettiva, stabilendo al tempo stesso, attraverso l’interazione di colore, luce, linee e oggetti, la profonda incommensurabilità dello spazio.

“La semplicità è la suprema sofisticazione”
Leonardo Da Vinci


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kundendienst@dorotheum.at

+43 1 515 60 200
Asta: Arte contemporanea I
Tipo d'asta: Asta in sala
Data: 16.05.2018 - 19:00
Luogo dell'asta: Vienna | Palais Dorotheum
Esposizione: 05.05. - 16.05.2018


** Prezzo d’acquisto comprensivo dei diritti d’asta acquirente e IVA

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