Lotto No. 74


Ciro Ferri


(Roma 1633 - 1689) Madonna con Bambino e Santa Martina, olio su tela, cm 75 x 67, in cornice

Il dipinto sarà pubblicato nella monografia sull'artista di Maria Cristina Paoluzzi di prossima pubblicazione. La studiosa ha pienamente confermato l'attribuzione. Il soggetto della Madonna e Santa Martina è ampiamente noto nella produzione di Pietro da Cortona. Il suo migliore e più fedele allievo, Ciro Ferri, dipinse quest'opera ispirandosi al prototipo di Pietro da Cortona conservato a Roma, nelle stanze di San Filippo Neri, nella Chiesa di Santa Maria in Vallicella, un rame di squisita fattezza che secondo Briganti potrebbe datarsi intorno al 1647, dopo il secondo periodo fiorentino di Pietro. Secondo le ricostruzioni di Barbieri, l'opera di Cortona alla Vallicella era un ex voto dell'artista a San Filippo "l'istesso Pietro da Cortona essendosi infermato, si raccomandò a San Filippo guarito, portò un voto da lui dipinto che si conserva nella stanza di sopra" (Barbieri, in la regola e la fama, 1995, n. 108, pp. 549-560). L'idea che l'opera fosse un dono di Cortona ci induce a riflettere sulla volontà degli allievi di ripetere un dipinto a cui l'artista era profondamente legato per questioni personali. La composizione della tela in esame rappresenta la Vergine che tiene in braccio il Bambino, il quale stringe nella mano destra un melograno; accanto Santa Martina adorante offre alla Vergine il giglio, simbolo di purezza. Nella mano sinistra tiene la palma del martirio e l’uncino, attributo della santa, esattamente la stessa composizione, sia nell’impostazione che nei dettagli del rame alla Vallicella. La devozione del maestro nei confronti della Santa è anche legata ad un episodio della vita di Pietro da Cortona. L'artista, infatti fu testimone dello straordinario ritrovamento del corpo di Santa Martina in occasione dei lavori di scavo per la costruzione della Chiesa nel foro romano, il 25 ottobre del 1634. Il miracoloso ritrovamento diede il via ad un vero e proprio culto nei confronti della santa romana, simile a quello per la Santa Cecilia all'inizio del Seicento. Nel 1635 venne data alle stampe la Historia Santa Martina Vergine e Martire Romana, cavata dagli antichi manoscritti, nella quale si legge di una giovane fanciulla perseguitata perché cristiana, martirizzata dal prefetto Domitio Ulpiano e arrestata per aver professato apertamente la sua fede. Santa Martina fu trascinata davanti ad una statua di Apollo e poi davanti ad una di Diana, ed ella fece in entrambi i casi andare in pezzi la statua e crollare il tempio. Fu quindi sottoposta a tormenti e infine decapitata. Oltre al rame della Vallicella, il soggetto è noto nella versione di Pietro da Cortona conservata al Louvre (Inv. 109), e nell'esemplare in deposito al Museo di Rennes (spesso erroneamente confusi). Il prototipo del Louvre (cm 1.36 x 1.57, olio su tela, cfr. S. Loire, Peintures italiennes du XVIIe siécle du Louvre, pp.114-117, inv. 108) E’ ampiamente documentato il lavoro di Ciro Ferri su questo soggetto. Nella casa del figlio Pietro sono infatti presenti le seguenti opere, descritte nell'inventario: "La Madonna con Santa Martina, copia di Pietro da Cortona fatta da Ciro". Nella stessa collezione erano inoltre citate: Una Madonna con bambino e Santa Martina di Pietro da Cortona da testa", "Uno di sette e sei rappresenta la Madonna con il Bambino e Santa Martina, con cornice gialla ed oro" ( M. C. Paoluzzi, Un inventario inedito per la quadreria di Ciro Ferri, in Cultura nell'età delle legazioni, Atti del Convegno Ferrara. Una piccola tela con lo stesso soggetto, ritenuta copia da Pietro da Cortona, si conserva nella Pinacoteca Duranti di Montefortino. L'opera misura 38 x 48 cm e fa parte dei beni donati da Fortunato Duranti al comune di Montefortino, e risulta nell'elenco di Ignazio Cantalamessa come "La vergine e il Bambino con un Santo Martire abbozzetto in tela di Pietro da Cortona". L'opera sembra derivare per le piccole dimensioni dal rame di Pietro da Cortona (39.4 x 47.8), che è stato proposto come modellino o bozzetto del dipinto del Louvre cfr. S. Loire, Peintures italiennes du XVIIe siécle du Louvre, pp. 114-116, inv. 109). E’ possibile che Ciro Ferri abbia eseguito un'altra versione del dipinto di Santa Maria in Vallicella. Il confronto tra le due opere rivela piccolissime differenze: nel rame, sullo sfondo a destra compare un piccolo ponte e una struttura architettonica triangolare, che manca nel dipinto in esame. Il presente dipinto presenta l'inconfondibile cifra stilistica del maestro Ciro Ferri, un artista sul quale è in corso una grande opera di rivalutazione da parte della critica.

Esperto: Mark MacDonnell Mark MacDonnell
+43 1 515 60 403

mark.macdonnell@dorotheum.at

06.10.2009 - 17:00

Stima:
EUR 30.000,- a EUR 40.000,-

Ciro Ferri


(Roma 1633 - 1689) Madonna con Bambino e Santa Martina, olio su tela, cm 75 x 67, in cornice

Il dipinto sarà pubblicato nella monografia sull'artista di Maria Cristina Paoluzzi di prossima pubblicazione. La studiosa ha pienamente confermato l'attribuzione. Il soggetto della Madonna e Santa Martina è ampiamente noto nella produzione di Pietro da Cortona. Il suo migliore e più fedele allievo, Ciro Ferri, dipinse quest'opera ispirandosi al prototipo di Pietro da Cortona conservato a Roma, nelle stanze di San Filippo Neri, nella Chiesa di Santa Maria in Vallicella, un rame di squisita fattezza che secondo Briganti potrebbe datarsi intorno al 1647, dopo il secondo periodo fiorentino di Pietro. Secondo le ricostruzioni di Barbieri, l'opera di Cortona alla Vallicella era un ex voto dell'artista a San Filippo "l'istesso Pietro da Cortona essendosi infermato, si raccomandò a San Filippo guarito, portò un voto da lui dipinto che si conserva nella stanza di sopra" (Barbieri, in la regola e la fama, 1995, n. 108, pp. 549-560). L'idea che l'opera fosse un dono di Cortona ci induce a riflettere sulla volontà degli allievi di ripetere un dipinto a cui l'artista era profondamente legato per questioni personali. La composizione della tela in esame rappresenta la Vergine che tiene in braccio il Bambino, il quale stringe nella mano destra un melograno; accanto Santa Martina adorante offre alla Vergine il giglio, simbolo di purezza. Nella mano sinistra tiene la palma del martirio e l’uncino, attributo della santa, esattamente la stessa composizione, sia nell’impostazione che nei dettagli del rame alla Vallicella. La devozione del maestro nei confronti della Santa è anche legata ad un episodio della vita di Pietro da Cortona. L'artista, infatti fu testimone dello straordinario ritrovamento del corpo di Santa Martina in occasione dei lavori di scavo per la costruzione della Chiesa nel foro romano, il 25 ottobre del 1634. Il miracoloso ritrovamento diede il via ad un vero e proprio culto nei confronti della santa romana, simile a quello per la Santa Cecilia all'inizio del Seicento. Nel 1635 venne data alle stampe la Historia Santa Martina Vergine e Martire Romana, cavata dagli antichi manoscritti, nella quale si legge di una giovane fanciulla perseguitata perché cristiana, martirizzata dal prefetto Domitio Ulpiano e arrestata per aver professato apertamente la sua fede. Santa Martina fu trascinata davanti ad una statua di Apollo e poi davanti ad una di Diana, ed ella fece in entrambi i casi andare in pezzi la statua e crollare il tempio. Fu quindi sottoposta a tormenti e infine decapitata. Oltre al rame della Vallicella, il soggetto è noto nella versione di Pietro da Cortona conservata al Louvre (Inv. 109), e nell'esemplare in deposito al Museo di Rennes (spesso erroneamente confusi). Il prototipo del Louvre (cm 1.36 x 1.57, olio su tela, cfr. S. Loire, Peintures italiennes du XVIIe siécle du Louvre, pp.114-117, inv. 108) E’ ampiamente documentato il lavoro di Ciro Ferri su questo soggetto. Nella casa del figlio Pietro sono infatti presenti le seguenti opere, descritte nell'inventario: "La Madonna con Santa Martina, copia di Pietro da Cortona fatta da Ciro". Nella stessa collezione erano inoltre citate: Una Madonna con bambino e Santa Martina di Pietro da Cortona da testa", "Uno di sette e sei rappresenta la Madonna con il Bambino e Santa Martina, con cornice gialla ed oro" ( M. C. Paoluzzi, Un inventario inedito per la quadreria di Ciro Ferri, in Cultura nell'età delle legazioni, Atti del Convegno Ferrara. Una piccola tela con lo stesso soggetto, ritenuta copia da Pietro da Cortona, si conserva nella Pinacoteca Duranti di Montefortino. L'opera misura 38 x 48 cm e fa parte dei beni donati da Fortunato Duranti al comune di Montefortino, e risulta nell'elenco di Ignazio Cantalamessa come "La vergine e il Bambino con un Santo Martire abbozzetto in tela di Pietro da Cortona". L'opera sembra derivare per le piccole dimensioni dal rame di Pietro da Cortona (39.4 x 47.8), che è stato proposto come modellino o bozzetto del dipinto del Louvre cfr. S. Loire, Peintures italiennes du XVIIe siécle du Louvre, pp. 114-116, inv. 109). E’ possibile che Ciro Ferri abbia eseguito un'altra versione del dipinto di Santa Maria in Vallicella. Il confronto tra le due opere rivela piccolissime differenze: nel rame, sullo sfondo a destra compare un piccolo ponte e una struttura architettonica triangolare, che manca nel dipinto in esame. Il presente dipinto presenta l'inconfondibile cifra stilistica del maestro Ciro Ferri, un artista sul quale è in corso una grande opera di rivalutazione da parte della critica.

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Asta: Dipinti antichi
Tipo d'asta: Asta in sala
Data: 06.10.2009 - 17:00
Luogo dell'asta: Vienna | Palais Dorotheum
Esposizione: 26.09. - 06.10.2009

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