(Monaco di Baviera 1908–2009)
526/68, 1968, firmato, intitolato sul telaio Geiger, acrilico su tela, 120 x 110 cm, in contenitore di plexiglas

Provenienza:
Dal lascito di Fritz Becker, Düsseldorf

Bibliografia:
Helmut Friedel, Pia Dornacher, Julia Geiger, Rupprecht Geiger Werkverzeichnis 1942-2002, Gemälde und Objekte, Architekturbezogene Kunst, Monaco di Baviera / Berlino 2003, n. 501

“Bisogna aiutare il colore per renderlo visibile”
Rupprecht Geiger

“Sin dal principio della sua carriera pittorica Rupprecht Geiger eleva il colore a fulcro della sua produzione artistica. Per quasi sette decenni studia con costanza straordinaria le sue possibilità di rappresentazione. Col passare del tempo riduce sempre più il suo vocabolario figurativo a semplicissime forme geometriche per non compromettere la percezione del colore. Non sperimenta soltanto con le diverse forme di stesura del colore, ma si avvale di differenti pigmenti colorati ed agenti leganti. In spazi cromatici Geiger tenta di isolare il colore da flussi esterni, puntando sempre sul colore e la sua riconoscibilità.” (Julia Geiger, Direttrice del Willi und Rupprecht Geiger Archiv.)

Affascinano particolarmente Rupprecht Geiger i colori al neon, che egli utilizza a partire dalla metà degli anni Sessanta e che originariamente venivano impiegati nell'esercito americano come colori segnaletici. Onde intensificare ulteriormente la sua intensità cromatica egli applica il colore con la pistola a spruzzo. Le forme geometriche delle sue opere, il cerchio schiacciato ed il rettangolo pendente verso l’interno, Geiger le definisce esponenti. L’idea di base degli esponenti consiste nell’attivazione del colore in maniera particolare, rendendolo alla fin fine autonomo. Il colore trasforma l’oggetto e porta l’opera ad apparire priva di peso.