(Innsbruck 1932–2011 Vienna)
“California revisited”, firmato, datato Markus Prachensky 2001 sul verso nel riporto della tela; intitolato, datato California revisited 2001 sul telaio e con l’iscrizione Lindenplatz (Galerie am Lindenplatz, Vaduz?), acrilico su tela, 130 x 100 cm, su telaio

Provenienza:
Collezione privata, Graz

...California revisited: i preparativi si sono fatti sempre più approfonditi. La sovrapposizione dei significati di forma e colore ha creato un massimo di persuasività (mentre Miles Davis offriva un livello costante di meditazione). Adesso tutto si pratica nella mente. Ciò include l’ordine cronologico dei colori: il terzo colore, applicato come si desidera, è sempre quello con cui si comincia. Sono solo i due rossi usati in sequenza a “definire” (così io direi) il colore.
Anche la pennellata fa parte dei preparativi. Oltre a tutti i movimenti e ai gesti rapidi del pennello c’è anche la questione della pressione maggiore o minore. Questa ha un effetto sulla quantità di colore che defluisce dal pennello, e che può o coprire totalmente lo sfondo nero, o lasciare semplicemente un velo sottile su di esso, creando sfumature intermedie del tutto insolite sul nero che rappresenta lo sfondo in tutti i sensi. (Mia moglie le chiama “mistiche”).
Questo non sarebbe neanche pensabile senza l’esperienza raccolta nel corso di quarantacinque anni, come dicevo, né in termini di pianificazione, né, tantomeno, in termini di esecuzione. E c’è anche qualcos’altro: questa sofisticatissima contemplazione dell’effetto porta anche a una crescente volontà di correre rischi, allo scopo di rendere giustizia alla tensione nella sua interezza. I dipinti esistenti di “California Revisited” (lo dico perché alcune tele sono state anche distrutte) rivelano il massimo livello di controllo. Sono il risultato del rischio e della vittoria sul caso: la precisa attuazione dell’intenzione.

Wolfgang Fleischer – Markus Prachensky. Eine Retrospektive, Österreichische Galerie Belvedere, 2002