Lot Nr. 47


Guido Cagnacci


(Sant’Arcangelo di Romagna 1601 - Wien 1663) Der trunkene Noah/ Noè ebbro, Öl auf Leinwand auf Hartfaserplatte, 64 x 81 cm, gerahmt

Provenienz: europäische Privatsammlung/ collezione privata europea

Literatur: P. G. Pasini, Guido Cagnacci. Catalogo generale, Rimini 1986, n. 77, pag. 294, Ill. Qualche riflessione sul primo tempo di Guido Cagnacci in ‘Antichtà viva’ 1998, nn. 3–4, pp. 19–25, 24–25 note 5 e 20 (als Werk von Spadarino/come lo Spadarino); G. Papi, La vocazione caravaggesca di Giovan Antonio Galli detto lo Spadarino in ‘Arte cristiana’ 77, 1989, pp. 369384, p. 384 n. 31 (als Werk von Spadarino/ come lo Spadarino); G. Papi, Spadarino, 2003, nr. 32 p. 151, tav. XLIV(als Werk von Spadarino/ come lo Spadarino).

Das Gemalde zeigt einen auf dem Rücken liegenden Mann in entspannter Haltung in einem nicht genauer definierten Ambiente, vielleicht einer Grotte. Sowohl der Bildausschnitt als auch die Malweise sind von außerordentlicher Modernität. Es gab vielleicht nur einen Maler in der Mitte des 17. Jahrhunderts, der es auf diese Art und Weise verstand, extremen Naturalismus und ideale Schönheit zu verbinden: Guido Cagnacci, dem Pier Giorgio Pasini das Werk zuschreibt das er in seine Monografie aufnahm (Guido Cagnacci. Catalogo generale, Rimini 1986, Nr. 77, S. 294) Im vorliegenden Gemälde bestechen besonders die übliche Pose der Figur, die bewunderswerte Verkürzung, die präzise Widergabe der Anatomie und des Inkarnat, welches fast transparent erscheint. Der Körper wird durch das Licht modelliert, unter Hervorhebung einzelner Teile mittels feinster hell-dunkel Übergänge. Das Gemälde wurde nochmals publiziert von Gianni Papi mit einer Zuschreibung an Giovanni Antonio Galli gen. Lo Spadarino und angeführt im Werksverzeichnis (G. Papi, Spadarino, 2003, Beschreibung Nr. 32, S. 151, Tafel XLIV), der Vorschlag von Papi fand jedoch in der Kunstwissenschaft keine Zustimmung. Die Eigenhändigkeit des Gemäldes wurde bestätigt durch Prof. Antonio Paolucci, Direktor der Vatikanischen Museen, Rom, der das Bild im Original untersucht hat (schriftliche Mitteilung, 2009)

Prof. Paolucci? angeregt durch eine der Hypothesen Pasinis? erkannte in dem Bild die Darstellung des trunkenen Noah und verweist besonders auf die außergewöhnliche Aktdarstellung, die charakteristisch ist für den Künstler, in dessen Werken es auch bei anderer Gelegenheit Anklänge an das akademische 19. Jahrhundert gibt. Prof. Paolucci unterstreicht die Einzigartigkeit Cagnaccis, dessen Malerei die Kunst Proudhons, Bouguereaus und des Salons des 19. Jahrhunderts vorweg nimmt. Wir danken Herrn Prof. Antonio Paolucci für die Prüfung des Gemäldes und die Bestätigung der Autorschaft Cagnaccis.

Un uomo è sdraiato supino in atteggiamento rilassato, all’interno di un ambiente poco definito, forse una caverna. Il dipinto appare di una modernità sconcertante, nell’impaginazione e nella resa pittorica; un solo artista, forse, alla metà del Seicento era in grado di coniugare estremo naturalismo e bellezza ideale come in quest’opera: Guido Cagnacci, cui il dipinto è stato riferito da Pier Giorgio Pasini che lo ha inserito nella sua monografia sull’artista (Guido Cagnacci. Catalogo generale, Rimini 1986, n. 77, p. 294). Cagnacci si forma a contatto con la cultura di matrice caravaggesca rivisitata da pittori attivi nelle Marche come Giovan Francesco Guerrieri e Orazio Gentileschi; assimila le novità dello stimolante ambiente romano nei suoi due soggiorni in città e si volge poi alla cultura reniana dominante a Bologna negli anni’40 del secolo. Dotato di una cultura figurativa complessa, il pittore segue una sua personalissima strada, fatta di immagini femminili di sensuale bellezza che incontrarono il gusto della committenza e lo portarono dalla Romagna a Bologna fino a Venezia e Vienna, dove muore nel 1663. Durante il soggiorno viennese lavora per l’arciduca Leopoldo Guglielmo e per l’imperatore Leopoldo I d’Asburgo, per cui esegue un ritratto a figura intera (Vienna, Kunsthistorische Museum) e una ‘S. Maria Maddalena pentita, con quattro figure intiere...’ identificata con la Conversione della Maddalena di Pasadena (Norton Simon Museum). Nel dipinto in esame colpiscono in particolare la posa inconsueta della figura, lo scorcio mirabile, il disegno preciso dell’anatomia, la straordinaria resa mimetica dell’incarnato, quasi trasparente. Il corpo è modellato dalla luce, con sottilissimi passaggi chiaroscurali nelle parti in evidenza: la pianta del piede in primissimo piano, il ginocchio sinistro, le mani, il volto.
La conduzione pittorica è talmente sapiente da sfiorare il virtuosismo, come nel panno bianco, reso con una pennellata libera e corposa così moderna da anticipare brani di pittura ottocentesca. Il fondale grigio, indefinito, armonizza la composizione su toni argentei, vicini a quelli dell’ultimo Reni, ma con un diverso impatto naturalistico. Il pittore si mostra qui autentico ‘dominatore del vero visibile’, capace di costruire immagini di sorprendente naturalismo e insieme di classica bellezza. La figura si impone per la sua verità in presa diretta, che prende il sopravvento sul soggetto iconografico, come nelle molte rappresentazioni di Cleopatra o Lucrezia realizzate dal pittore in termini di spregiudicato realismo nel corso della sua carriera. L’opera è stata ripubblicata da Gianni Papi con una attribuzione a Giovanni Antonio Galli detto lo Spadarino (G. Papi, Qualche riflessione sul primo tempo di Guido Cagnacci in ‘Antichità viva’ 1988, nn. 3–4, pp. 24–25note 5 e 20; G. Papi, La vocazione caravaggesca di Giovan Antonio Galli detto lo Spadarino in ‘Arte cristiana’ 77, 1989, p. 384 n. 31), per affinità con altre opere dell’artista nella resa dell’incarnato e nello studio dell’anatomia, e inserita dallo studioso nella monografia sul pittore romano (G. Papi, Spadarino, 2003, scheda 32 p. 151, tav. XLIV). La proposta di Papi non ha però trovato seguito da parte della critica. La piena autografia del dipinto è stata confermata dal prof. Antonio Paolucci (comunicazione scritta, 2009) dopo aver preso visione diretta dell’opera. Il prof. Paolucci, riprendendo una delle ipotesi avanzate a suo tempo da Pasini, vi ha riconosciuto la rappresentazione di Noè ebbro e ha sottolineato come la eccezionale modernità di questo nudo maschile rientri proprio tra le caratteristiche precipue del pittore che ‘anche in altre occasioni sfiora l’Ottocento accademico e trobadour’. Come lo stesso studioso ha avuto modo di sottolineate in altra sede Cagnacci è un artista così unico che ‘può persino accadere che la sua pittura apra in direzione di Proudhon, di Bouguereau e del Salon ottocentesco‘. Si ringrazia il Professor Antonio Paolucci per aver confermato la piena attribuzione a Guidi Cagnacci.

Provenienz: europäische Privatsammlung/ collezione privata europea Literatur: P. G. Pasini, Guido Cagnacci. Catalogo generale, Rimini 1986, n. 77, pag. 294, Ill. Qualche riflessione sul primo tempo di Guido Cagnacci in ‘Antichtà viva’ 1998, nn. 3–

Experte: Mark MacDonnell Mark MacDonnell
+43 1 515 60 403

oldmasters@dorotheum.com

21.04.2010 - 18:00

Erzielter Preis: **
EUR 306.300,-
Schätzwert:
EUR 80.000,- bis EUR 120.000,-

Guido Cagnacci


(Sant’Arcangelo di Romagna 1601 - Wien 1663) Der trunkene Noah/ Noè ebbro, Öl auf Leinwand auf Hartfaserplatte, 64 x 81 cm, gerahmt

Provenienz: europäische Privatsammlung/ collezione privata europea

Literatur: P. G. Pasini, Guido Cagnacci. Catalogo generale, Rimini 1986, n. 77, pag. 294, Ill. Qualche riflessione sul primo tempo di Guido Cagnacci in ‘Antichtà viva’ 1998, nn. 3–4, pp. 19–25, 24–25 note 5 e 20 (als Werk von Spadarino/come lo Spadarino); G. Papi, La vocazione caravaggesca di Giovan Antonio Galli detto lo Spadarino in ‘Arte cristiana’ 77, 1989, pp. 369384, p. 384 n. 31 (als Werk von Spadarino/ come lo Spadarino); G. Papi, Spadarino, 2003, nr. 32 p. 151, tav. XLIV(als Werk von Spadarino/ come lo Spadarino).

Das Gemalde zeigt einen auf dem Rücken liegenden Mann in entspannter Haltung in einem nicht genauer definierten Ambiente, vielleicht einer Grotte. Sowohl der Bildausschnitt als auch die Malweise sind von außerordentlicher Modernität. Es gab vielleicht nur einen Maler in der Mitte des 17. Jahrhunderts, der es auf diese Art und Weise verstand, extremen Naturalismus und ideale Schönheit zu verbinden: Guido Cagnacci, dem Pier Giorgio Pasini das Werk zuschreibt das er in seine Monografie aufnahm (Guido Cagnacci. Catalogo generale, Rimini 1986, Nr. 77, S. 294) Im vorliegenden Gemälde bestechen besonders die übliche Pose der Figur, die bewunderswerte Verkürzung, die präzise Widergabe der Anatomie und des Inkarnat, welches fast transparent erscheint. Der Körper wird durch das Licht modelliert, unter Hervorhebung einzelner Teile mittels feinster hell-dunkel Übergänge. Das Gemälde wurde nochmals publiziert von Gianni Papi mit einer Zuschreibung an Giovanni Antonio Galli gen. Lo Spadarino und angeführt im Werksverzeichnis (G. Papi, Spadarino, 2003, Beschreibung Nr. 32, S. 151, Tafel XLIV), der Vorschlag von Papi fand jedoch in der Kunstwissenschaft keine Zustimmung. Die Eigenhändigkeit des Gemäldes wurde bestätigt durch Prof. Antonio Paolucci, Direktor der Vatikanischen Museen, Rom, der das Bild im Original untersucht hat (schriftliche Mitteilung, 2009)

Prof. Paolucci? angeregt durch eine der Hypothesen Pasinis? erkannte in dem Bild die Darstellung des trunkenen Noah und verweist besonders auf die außergewöhnliche Aktdarstellung, die charakteristisch ist für den Künstler, in dessen Werken es auch bei anderer Gelegenheit Anklänge an das akademische 19. Jahrhundert gibt. Prof. Paolucci unterstreicht die Einzigartigkeit Cagnaccis, dessen Malerei die Kunst Proudhons, Bouguereaus und des Salons des 19. Jahrhunderts vorweg nimmt. Wir danken Herrn Prof. Antonio Paolucci für die Prüfung des Gemäldes und die Bestätigung der Autorschaft Cagnaccis.

Un uomo è sdraiato supino in atteggiamento rilassato, all’interno di un ambiente poco definito, forse una caverna. Il dipinto appare di una modernità sconcertante, nell’impaginazione e nella resa pittorica; un solo artista, forse, alla metà del Seicento era in grado di coniugare estremo naturalismo e bellezza ideale come in quest’opera: Guido Cagnacci, cui il dipinto è stato riferito da Pier Giorgio Pasini che lo ha inserito nella sua monografia sull’artista (Guido Cagnacci. Catalogo generale, Rimini 1986, n. 77, p. 294). Cagnacci si forma a contatto con la cultura di matrice caravaggesca rivisitata da pittori attivi nelle Marche come Giovan Francesco Guerrieri e Orazio Gentileschi; assimila le novità dello stimolante ambiente romano nei suoi due soggiorni in città e si volge poi alla cultura reniana dominante a Bologna negli anni’40 del secolo. Dotato di una cultura figurativa complessa, il pittore segue una sua personalissima strada, fatta di immagini femminili di sensuale bellezza che incontrarono il gusto della committenza e lo portarono dalla Romagna a Bologna fino a Venezia e Vienna, dove muore nel 1663. Durante il soggiorno viennese lavora per l’arciduca Leopoldo Guglielmo e per l’imperatore Leopoldo I d’Asburgo, per cui esegue un ritratto a figura intera (Vienna, Kunsthistorische Museum) e una ‘S. Maria Maddalena pentita, con quattro figure intiere...’ identificata con la Conversione della Maddalena di Pasadena (Norton Simon Museum). Nel dipinto in esame colpiscono in particolare la posa inconsueta della figura, lo scorcio mirabile, il disegno preciso dell’anatomia, la straordinaria resa mimetica dell’incarnato, quasi trasparente. Il corpo è modellato dalla luce, con sottilissimi passaggi chiaroscurali nelle parti in evidenza: la pianta del piede in primissimo piano, il ginocchio sinistro, le mani, il volto.
La conduzione pittorica è talmente sapiente da sfiorare il virtuosismo, come nel panno bianco, reso con una pennellata libera e corposa così moderna da anticipare brani di pittura ottocentesca. Il fondale grigio, indefinito, armonizza la composizione su toni argentei, vicini a quelli dell’ultimo Reni, ma con un diverso impatto naturalistico. Il pittore si mostra qui autentico ‘dominatore del vero visibile’, capace di costruire immagini di sorprendente naturalismo e insieme di classica bellezza. La figura si impone per la sua verità in presa diretta, che prende il sopravvento sul soggetto iconografico, come nelle molte rappresentazioni di Cleopatra o Lucrezia realizzate dal pittore in termini di spregiudicato realismo nel corso della sua carriera. L’opera è stata ripubblicata da Gianni Papi con una attribuzione a Giovanni Antonio Galli detto lo Spadarino (G. Papi, Qualche riflessione sul primo tempo di Guido Cagnacci in ‘Antichità viva’ 1988, nn. 3–4, pp. 24–25note 5 e 20; G. Papi, La vocazione caravaggesca di Giovan Antonio Galli detto lo Spadarino in ‘Arte cristiana’ 77, 1989, p. 384 n. 31), per affinità con altre opere dell’artista nella resa dell’incarnato e nello studio dell’anatomia, e inserita dallo studioso nella monografia sul pittore romano (G. Papi, Spadarino, 2003, scheda 32 p. 151, tav. XLIV). La proposta di Papi non ha però trovato seguito da parte della critica. La piena autografia del dipinto è stata confermata dal prof. Antonio Paolucci (comunicazione scritta, 2009) dopo aver preso visione diretta dell’opera. Il prof. Paolucci, riprendendo una delle ipotesi avanzate a suo tempo da Pasini, vi ha riconosciuto la rappresentazione di Noè ebbro e ha sottolineato come la eccezionale modernità di questo nudo maschile rientri proprio tra le caratteristiche precipue del pittore che ‘anche in altre occasioni sfiora l’Ottocento accademico e trobadour’. Come lo stesso studioso ha avuto modo di sottolineate in altra sede Cagnacci è un artista così unico che ‘può persino accadere che la sua pittura apra in direzione di Proudhon, di Bouguereau e del Salon ottocentesco‘. Si ringrazia il Professor Antonio Paolucci per aver confermato la piena attribuzione a Guidi Cagnacci.

Provenienz: europäische Privatsammlung/ collezione privata europea Literatur: P. G. Pasini, Guido Cagnacci. Catalogo generale, Rimini 1986, n. 77, pag. 294, Ill. Qualche riflessione sul primo tempo di Guido Cagnacci in ‘Antichtà viva’ 1998, nn. 3–

Experte: Mark MacDonnell Mark MacDonnell
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Auktion: Alte Meister
Auktionstyp: Saalauktion
Datum: 21.04.2010 - 18:00
Auktionsort: Wien | Palais Dorotheum
Besichtigung: 10.04. - 21.04.2010


** Kaufpreis inkl. Käufergebühr und Mehrwertsteuer

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