Lotto No. 244


Nuvolo *


(Città di Castello 1926–2008)
Senza titolo (Cucito a macchina), 1959, firmato e con iscrizione 1959/Roma sul verso, tela dipinta e cucita, 75 x 97,5 cm, con cornice

L’opera è registrata presso l’Associazione Archivio Nuvolo, Città di Castello, e sarà inclusa nel catalogo ragionato delle opere di Nuvolo, attualmente in preparazione.

Provenienza:
Collezione G. Morra, Napoli
Ivi acquistato dal padre dell’attuale proprietario (intorno agli anni ‘80)

Bibliografia:
B. Corà, Nuvolo. La pittura e l’atelier di grafica - dal 1952 ad oggi, Petruzzi ed., gennaio 1993, p. 160, 2 con riproduz.
G. Celant (a cura di), Nuvolo and Post-War Materiality 1950–1965, catalogo della mostra tenutasi presso Galleria Di Donna, New York, 27 ottobre 2017 – 26 gennaio 2018, pp. 159 e 268, n. 251 con riproduz.

Sperimentatore, visionario, fin da ragazzo inizia a coltivare l’amore per l’attività artigianale. Nato in Umbria da una famiglia di tipografi, durante la seconda guerra mondiale partecipa alla Resistenza, dove la sua imprevedibilità e la capacità di scomparire tra le colline umbre gli fece guadagnare il soprannome di “Nuvolo” che lo accompagnerà per tutta la vita.
A 23 anni si trasferisce a Roma su consiglio dell’amico Alberto Burri.
La Capitale è in quel momento un effervescente centro culturale e artistico, una vera fucina di idee e talenti e lo studio di Via Margutta, dove Nuvolo collabora con Burri, ne è l’epicentro.
La Roma di quegli anni era più che mai vicina culturalmente a New York. Era un gioco di assimilazione e di conquista. Le gallerie italiane esponevano gli americani, i musei e le istituzioni in America erano attratti dalle vicende estetiche italiane.
Sono gli anni in cui operano a Roma artisti quali Afro, Capogrossi, Scialoja, Prampolini, Dorazio, Accardi, Turcato, Rotella, oltre ad importanti esponenti della pittura americana tra cui Philip Guston, Robert Rauschenberg, Cy Twombly, Willem De Kooning, Franz Kline, Salvatore Scarpitta e Conrad Marca-Relli.
Nuvolo si trova quindi catapultato nel bel mezzo di una rivoluzione artistica animata, all’indomani del secondo conflitto mondiale, da un desiderio di superamento della tradizione e di rinnovamento della società.
Tra gli anni Cinquanta e Sessanta Nuvolo espone nelle migliori gallerie romane, a Firenze, negli Stati Uniti (Peggy Gugghenheim acquista alcuni pezzi per le collezioni di Boston e New York), a Milano, dove viene in contatto con Piero Manzoni e Lucio Fontana.
Dopo la partecipazione nel 1954 alla “Mostra nazionale arte non-oggettiva” alla Galleria Numero (insieme ad Accardi, Capogrossi, Nigro, Vedova e altri), nel 1955 Emilio Villa, sperimentatore, filologo di lingue antiche, artista e ispiratore di artisti, presenta la sua prima mostra personale con carte serigrafate e Serotipie alla Galleria delle Carrozze a Roma.
Nuvolo inventa e sperimenta la serigrafia adottando un sistema artigianale: macina i pigmenti e li miscela con resine e solventi al nitro per creare inchiostri a cui aggiunge colore a olio o a tempera. L’effetto è di stratificazione. Rispetto al buco di Fontana o al segno di Kline, l’intervento di Nuvolo nelle Serotipie è orientato verso un’intenzionalità e un controllo (nonostante il risultato finale) che da quel momento accompagneranno sempre i suoi esperimenti. A poco a poco l’artista si allontanerà dalla primitività del dipingere e “raffredderà” sempre di più la sua tecnica limitando la spontaneità del gesto e cercando di “spersonalizzare” l’intervento tecnico. Da qui prenderanno vita gli Scacchi (quasi contemporanei alle Serotipie) e poi i Bianchi (1957-58). Dal 1958 inizia a realizzare le sue prime opere non strutturate, servendosi di una macchina da cucire. Queste creazioni, ribattezzate appunto Cuciti a macchina, sono costituite da brandelli dei suoi stessi abiti o di altri tessuti, tesi sulle tele o uniti in una sorta di collage, proprio come l’opera del 1959 qui proposta e resa ancora più speciale dall’applicazione al retro di fogli stampati con scritti e poesie di Emilio Villa, amico di una vita vissuta tra passioni e povertà nella Roma degli anni ‘50-‘60.

Scrive Celant, a proposito di questo ciclo di lavori:
[…] L’avvicinarsi a un azzeramento delle tracce serve a eliminare la mistica della trattazione personale della materia cromatica e a immettere l’auto-affermazione del supporto che è la tela, la stoffa o la carta non lavorata, da intendersi non come vettore di altri segni ma come segno esso stesso, autonomo, quindi autoreferente. Così nel 1957, dopo alcuni esperimenti con collage di carta dipinta su tela, Nuvolo passa alla cucitura diretta di porzioni di stoffa, dai colori soffici, dal bianco al crema al marrone, in opere che nel 1958 ricevono l’attenzione di Peggy Guggenheim. L’assunzione del tessile quale medium pittorico, se si mette in parallelo e in competizione con Burri, ne prende le distanze attraverso la trasparenza e la leggerezza del materiale, così da rilevare l’importanza del “tagliare” e del “cucire”.

16.05.2018 - 19:00

Prezzo realizzato: **
EUR 22.500,-
Stima:
EUR 30.000,- a EUR 40.000,-

Nuvolo *


(Città di Castello 1926–2008)
Senza titolo (Cucito a macchina), 1959, firmato e con iscrizione 1959/Roma sul verso, tela dipinta e cucita, 75 x 97,5 cm, con cornice

L’opera è registrata presso l’Associazione Archivio Nuvolo, Città di Castello, e sarà inclusa nel catalogo ragionato delle opere di Nuvolo, attualmente in preparazione.

Provenienza:
Collezione G. Morra, Napoli
Ivi acquistato dal padre dell’attuale proprietario (intorno agli anni ‘80)

Bibliografia:
B. Corà, Nuvolo. La pittura e l’atelier di grafica - dal 1952 ad oggi, Petruzzi ed., gennaio 1993, p. 160, 2 con riproduz.
G. Celant (a cura di), Nuvolo and Post-War Materiality 1950–1965, catalogo della mostra tenutasi presso Galleria Di Donna, New York, 27 ottobre 2017 – 26 gennaio 2018, pp. 159 e 268, n. 251 con riproduz.

Sperimentatore, visionario, fin da ragazzo inizia a coltivare l’amore per l’attività artigianale. Nato in Umbria da una famiglia di tipografi, durante la seconda guerra mondiale partecipa alla Resistenza, dove la sua imprevedibilità e la capacità di scomparire tra le colline umbre gli fece guadagnare il soprannome di “Nuvolo” che lo accompagnerà per tutta la vita.
A 23 anni si trasferisce a Roma su consiglio dell’amico Alberto Burri.
La Capitale è in quel momento un effervescente centro culturale e artistico, una vera fucina di idee e talenti e lo studio di Via Margutta, dove Nuvolo collabora con Burri, ne è l’epicentro.
La Roma di quegli anni era più che mai vicina culturalmente a New York. Era un gioco di assimilazione e di conquista. Le gallerie italiane esponevano gli americani, i musei e le istituzioni in America erano attratti dalle vicende estetiche italiane.
Sono gli anni in cui operano a Roma artisti quali Afro, Capogrossi, Scialoja, Prampolini, Dorazio, Accardi, Turcato, Rotella, oltre ad importanti esponenti della pittura americana tra cui Philip Guston, Robert Rauschenberg, Cy Twombly, Willem De Kooning, Franz Kline, Salvatore Scarpitta e Conrad Marca-Relli.
Nuvolo si trova quindi catapultato nel bel mezzo di una rivoluzione artistica animata, all’indomani del secondo conflitto mondiale, da un desiderio di superamento della tradizione e di rinnovamento della società.
Tra gli anni Cinquanta e Sessanta Nuvolo espone nelle migliori gallerie romane, a Firenze, negli Stati Uniti (Peggy Gugghenheim acquista alcuni pezzi per le collezioni di Boston e New York), a Milano, dove viene in contatto con Piero Manzoni e Lucio Fontana.
Dopo la partecipazione nel 1954 alla “Mostra nazionale arte non-oggettiva” alla Galleria Numero (insieme ad Accardi, Capogrossi, Nigro, Vedova e altri), nel 1955 Emilio Villa, sperimentatore, filologo di lingue antiche, artista e ispiratore di artisti, presenta la sua prima mostra personale con carte serigrafate e Serotipie alla Galleria delle Carrozze a Roma.
Nuvolo inventa e sperimenta la serigrafia adottando un sistema artigianale: macina i pigmenti e li miscela con resine e solventi al nitro per creare inchiostri a cui aggiunge colore a olio o a tempera. L’effetto è di stratificazione. Rispetto al buco di Fontana o al segno di Kline, l’intervento di Nuvolo nelle Serotipie è orientato verso un’intenzionalità e un controllo (nonostante il risultato finale) che da quel momento accompagneranno sempre i suoi esperimenti. A poco a poco l’artista si allontanerà dalla primitività del dipingere e “raffredderà” sempre di più la sua tecnica limitando la spontaneità del gesto e cercando di “spersonalizzare” l’intervento tecnico. Da qui prenderanno vita gli Scacchi (quasi contemporanei alle Serotipie) e poi i Bianchi (1957-58). Dal 1958 inizia a realizzare le sue prime opere non strutturate, servendosi di una macchina da cucire. Queste creazioni, ribattezzate appunto Cuciti a macchina, sono costituite da brandelli dei suoi stessi abiti o di altri tessuti, tesi sulle tele o uniti in una sorta di collage, proprio come l’opera del 1959 qui proposta e resa ancora più speciale dall’applicazione al retro di fogli stampati con scritti e poesie di Emilio Villa, amico di una vita vissuta tra passioni e povertà nella Roma degli anni ‘50-‘60.

Scrive Celant, a proposito di questo ciclo di lavori:
[…] L’avvicinarsi a un azzeramento delle tracce serve a eliminare la mistica della trattazione personale della materia cromatica e a immettere l’auto-affermazione del supporto che è la tela, la stoffa o la carta non lavorata, da intendersi non come vettore di altri segni ma come segno esso stesso, autonomo, quindi autoreferente. Così nel 1957, dopo alcuni esperimenti con collage di carta dipinta su tela, Nuvolo passa alla cucitura diretta di porzioni di stoffa, dai colori soffici, dal bianco al crema al marrone, in opere che nel 1958 ricevono l’attenzione di Peggy Guggenheim. L’assunzione del tessile quale medium pittorico, se si mette in parallelo e in competizione con Burri, ne prende le distanze attraverso la trasparenza e la leggerezza del materiale, così da rilevare l’importanza del “tagliare” e del “cucire”.


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kundendienst@dorotheum.at

+43 1 515 60 200
Asta: Arte contemporanea I
Tipo d'asta: Asta in sala
Data: 16.05.2018 - 19:00
Luogo dell'asta: Vienna | Palais Dorotheum
Esposizione: 05.05. - 16.05.2018


** Prezzo d’acquisto comprensivo dei diritti d’asta acquirente e IVA

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