Lotto No. 637


Alessandro Magnasco


Alessandro Magnasco - Dipinti antichi

(Genova 1667–1749) e collaboratori,
Paesaggio con due monaci oranti,
olio su tela, cm 94,2 x 74,6, in cornice

Provenienza:
collezione privata europea.

Siamo grati a Fausta Franchini Guelfi per aver confermato l’attribuzione delle figure del dipinto in esame ad Alessandro Magnasco dopo aver esaminato il dipinto originale.

Le figure allungate, dipinte con pennellata nervosa e sciolta, sono tipiche di Alessandro Magnasco, il cui stile caratteristico si riconosce anche nella scena dei monaci oranti nel quadro Tre camaldolesi nell’eremo, al Rijksmuseum di Amsterdam, e in un Paesaggio con san Bruno, anch’esso al Rijksmuseum, (vedi F. Franchini Guelfi, Alessandro Magnasco, Campomorone, 1977, pag. 212 ill. 232). La drammatica formazione rocciosa e il ramo spezzato sono stati attribuiti ad un collaboratore del Magnasco non ancora identificato. Secondo Franchini Guelfi l’opera in esame è databile intorno al 1725 in base al suo stile figurativo.

Alessandro Magnasco nacque a Genova e si formò a Milano nella bottega di Filippo Abbiati (1640–1715). Fu influenzato dall’arte lombarda del Seicento, il cui accentuato chiaroscurismo e il ricorso a tonalità color terra si differenziava profondamente dalla tavolozza vivace dei pittori contemporanei genovesi. Verso la fine del Seicento il pittore si dedicò a raffigurare scene di vita di monaci, zingari e banditi, spesso ambientate in paesaggi incontaminati agitati dal vento, con i quali riscosse grandi successi. Nel 1703 il granduca di Toscana lo assunse ai suoi servigi, ed egli vi rimase per sei anni prima di far ritorno a Milano. Ben presto dopo il suo rientro si mise a lavorare per la nobiltà lombarda, fra cui per i membri delle prestigiose famiglie Borromeo, Arese e Visconti. Nel 1735 si ritirò a vivere nella sua città natale, Genova.

17.04.2013 - 18:00

Stima:
EUR 40.000,- a EUR 60.000,-

Alessandro Magnasco


(Genova 1667–1749) e collaboratori,
Paesaggio con due monaci oranti,
olio su tela, cm 94,2 x 74,6, in cornice

Provenienza:
collezione privata europea.

Siamo grati a Fausta Franchini Guelfi per aver confermato l’attribuzione delle figure del dipinto in esame ad Alessandro Magnasco dopo aver esaminato il dipinto originale.

Le figure allungate, dipinte con pennellata nervosa e sciolta, sono tipiche di Alessandro Magnasco, il cui stile caratteristico si riconosce anche nella scena dei monaci oranti nel quadro Tre camaldolesi nell’eremo, al Rijksmuseum di Amsterdam, e in un Paesaggio con san Bruno, anch’esso al Rijksmuseum, (vedi F. Franchini Guelfi, Alessandro Magnasco, Campomorone, 1977, pag. 212 ill. 232). La drammatica formazione rocciosa e il ramo spezzato sono stati attribuiti ad un collaboratore del Magnasco non ancora identificato. Secondo Franchini Guelfi l’opera in esame è databile intorno al 1725 in base al suo stile figurativo.

Alessandro Magnasco nacque a Genova e si formò a Milano nella bottega di Filippo Abbiati (1640–1715). Fu influenzato dall’arte lombarda del Seicento, il cui accentuato chiaroscurismo e il ricorso a tonalità color terra si differenziava profondamente dalla tavolozza vivace dei pittori contemporanei genovesi. Verso la fine del Seicento il pittore si dedicò a raffigurare scene di vita di monaci, zingari e banditi, spesso ambientate in paesaggi incontaminati agitati dal vento, con i quali riscosse grandi successi. Nel 1703 il granduca di Toscana lo assunse ai suoi servigi, ed egli vi rimase per sei anni prima di far ritorno a Milano. Ben presto dopo il suo rientro si mise a lavorare per la nobiltà lombarda, fra cui per i membri delle prestigiose famiglie Borromeo, Arese e Visconti. Nel 1735 si ritirò a vivere nella sua città natale, Genova.


Hotline dell'acquirente lun-ven: 10.00 - 17.00
old.masters@dorotheum.at

+43 1 515 60 403
Asta: Dipinti antichi
Tipo d'asta: Asta in sala
Data: 17.04.2013 - 18:00
Luogo dell'asta: Vienna | Palais Dorotheum
Esposizione: 06.04. - 17.04.2013