Francesco Albotto
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(Venezia 1721–1757) L’isola di San Giorgio con la punta della Giudecca, olio su tela, cm 76 x 91, in cornice,
Perizia: Dario Succi, Gorizia. Francesco Albotto, del quale alcuni decenni fa si conosceva soltanto pochissimo, fu allievo e seguace di Michele Marieschi. Nel 1744 sposò la vedova del suo maestro. Nel 1972 fu per la prima volta messo all’asta un dipinto firmato di Albotto presso Sotheby’s, Londra. Rodolfo Pallucchini lo pubblicò in “Arte Veneta”, il che ebbe per conseguenza che pian piano il lavoro di Albotto si emancipò dall’ombra di Marieschi. Nella sua perizia Dario Succi indica che il nostro dipinto rimanda ad una composizione di Marieschi del 1738 (Castle Howard, Yorkshire). Succi scrive: “Il nostro dipinto presenta le caratteristiche tecniche e stilistiche tipiche dell’arte di Francesco Albotto, evidenziate dalla pennellata a grumi materici maculati che rende con naturalezza il trascolorare della luce sulle facciate delle architetture. Le spigliate figure variamente atteggiate animano la veduta e contribuiscono a sottolineare la profondità dell’intelaiatura prospettica con la vivacità cromatica dell’ abbigliamento. Il dipinto si caratterizza per la brillante tecnica esecutiva assai prossima al fare del maestro, per la finezza di tocco, evidenziata dalla accurata resa degli elementi architettonici in piena luce, per il morbido viraggio chiaroscurale e per la diffusa luminosità che fonde coerentemente i vari elementi compositivi...”. Succi data il nostro dipinto alla seconda metà degli anni Cinquanta del Settecento, ossia alla maturità di Albotto.
Esperto: Dr. Alexander Strasoldo
Dr. Alexander Strasoldo
+43-1-515 60-556
old.masters@dorotheum.com
21.04.2010 - 18:00
- Stima:
-
EUR 80.000,- a EUR 100.000,-
Francesco Albotto
(Venezia 1721–1757) L’isola di San Giorgio con la punta della Giudecca, olio su tela, cm 76 x 91, in cornice,
Perizia: Dario Succi, Gorizia. Francesco Albotto, del quale alcuni decenni fa si conosceva soltanto pochissimo, fu allievo e seguace di Michele Marieschi. Nel 1744 sposò la vedova del suo maestro. Nel 1972 fu per la prima volta messo all’asta un dipinto firmato di Albotto presso Sotheby’s, Londra. Rodolfo Pallucchini lo pubblicò in “Arte Veneta”, il che ebbe per conseguenza che pian piano il lavoro di Albotto si emancipò dall’ombra di Marieschi. Nella sua perizia Dario Succi indica che il nostro dipinto rimanda ad una composizione di Marieschi del 1738 (Castle Howard, Yorkshire). Succi scrive: “Il nostro dipinto presenta le caratteristiche tecniche e stilistiche tipiche dell’arte di Francesco Albotto, evidenziate dalla pennellata a grumi materici maculati che rende con naturalezza il trascolorare della luce sulle facciate delle architetture. Le spigliate figure variamente atteggiate animano la veduta e contribuiscono a sottolineare la profondità dell’intelaiatura prospettica con la vivacità cromatica dell’ abbigliamento. Il dipinto si caratterizza per la brillante tecnica esecutiva assai prossima al fare del maestro, per la finezza di tocco, evidenziata dalla accurata resa degli elementi architettonici in piena luce, per il morbido viraggio chiaroscurale e per la diffusa luminosità che fonde coerentemente i vari elementi compositivi...”. Succi data il nostro dipinto alla seconda metà degli anni Cinquanta del Settecento, ossia alla maturità di Albotto.
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Asta: | Dipinti antichi |
Tipo d'asta: | Asta in sala |
Data: | 21.04.2010 - 18:00 |
Luogo dell'asta: | Vienna | Palais Dorotheum |
Esposizione: | 10.04. - 21.04.2010 |