Lotto No. 154


Sir Anthonis van Dyck


(Anversa 1599 - 1641 Blackfriars/Londra) attribuito; studio di testa maschile con barba in abito di pelliccia (studio per testa di pastore), olio su tela, 42 x 36 cm , con cornice.

Il prof. Horst Vey mette in relazione il presente dipinto con i "rudimentali studi di teste che Van Dyck dipinse sovente anche nel suo secondo periodo anversano" e rimanda alla bibliografia: Nora De Poorter "Van Dyck A Complete Catalogue of the Paintings", passim. Il prof. Justus Müller Hofstede e Didier Bodart sono dello stesso avviso nel ritenere il dipinto opera autografa di Anthonis van Dyck. Perizia: Il prof. Müller Hofstede, 31- gennaio 1985: Il dipinto "è opera a mio giudizio di Anton van Dyck. La tipologia di testa del presente studio emerge chiaramente nell’opera di Anton van Dyck nel 1627-1628 ne "La derisione di Cristo" nella figura di uno dei due carnefici (confronta dott. Gustav Glück, "Klassiker der Kunst Van Dyck", Stoccarda-Berlino 1931, riproduzione p. 215); qui si nota la stessa testa con capelli stopposi, fronte sfuggente, naso e pizzo sporgenti. Nell’opera di Van Dyck questo tipo si preannuncia già nel secondo mendicante di "San Martino divide il suo mantello con un mendicante" 1620 circa (Saventhem/chiesa parrocchiale; G. Glück, loc.cit., riproduzione p. 24). Il dipinto che ho in esame è il solo studio di testa umana che si conservi di epoca tarda, postitaliana di Anton van Dyck.(...) Il pregio della realizzazione si evidenzia soprattutto nella pennellata irregolare e piena di temperamento, nella stesura spontanea e irregolare del colore, che alterna una abbondante, pastosa utilizzazione del pigmento a un modo più secco e controllato. Molto probabilmente questo studio fu realizzato in preparazione di una delle figure di pastore per „L’adorazione dei pastori“ di Van Dyck, dipinto dal maestro come pala d’altare per la chiesa dei Onze-Lieve-Vrouwe a Dendermonde nel 1631-1632." Perizia: Didier Bodart, 22- febbraio 1986 (dal francese). Didier Bodart ha esaminato il dipinto in originale. Egli ritiene sia "ispirata opera del genio fiammingo. Questo studio veloce e vibrante di un profilo maschile è di grande semplicità nella stesura del colore, con forti elementi luminosi sulla gola, naso e fronte." Bodart data lo studio al periodo nel quale Van Dick era attivo nella bottega di Rubens. Quali termini di paragone Bodart cita tra l’altro le quattro teste della Alte Pinakothek di Monaco e opere del Louvre e de l‘Ermitage di San Pietroburgo. Si tratta in quei casi come nel nostro di studi su modelli viventi. Provenienza: Spagna, Collezione privata

Esperto: Prof. Dr. Peter Wolf Prof. Dr. Peter Wolf

06.10.2009 - 17:00

Stima:
EUR 12.000,- a EUR 16.000,-

Sir Anthonis van Dyck


(Anversa 1599 - 1641 Blackfriars/Londra) attribuito; studio di testa maschile con barba in abito di pelliccia (studio per testa di pastore), olio su tela, 42 x 36 cm , con cornice.

Il prof. Horst Vey mette in relazione il presente dipinto con i "rudimentali studi di teste che Van Dyck dipinse sovente anche nel suo secondo periodo anversano" e rimanda alla bibliografia: Nora De Poorter "Van Dyck A Complete Catalogue of the Paintings", passim. Il prof. Justus Müller Hofstede e Didier Bodart sono dello stesso avviso nel ritenere il dipinto opera autografa di Anthonis van Dyck. Perizia: Il prof. Müller Hofstede, 31- gennaio 1985: Il dipinto "è opera a mio giudizio di Anton van Dyck. La tipologia di testa del presente studio emerge chiaramente nell’opera di Anton van Dyck nel 1627-1628 ne "La derisione di Cristo" nella figura di uno dei due carnefici (confronta dott. Gustav Glück, "Klassiker der Kunst Van Dyck", Stoccarda-Berlino 1931, riproduzione p. 215); qui si nota la stessa testa con capelli stopposi, fronte sfuggente, naso e pizzo sporgenti. Nell’opera di Van Dyck questo tipo si preannuncia già nel secondo mendicante di "San Martino divide il suo mantello con un mendicante" 1620 circa (Saventhem/chiesa parrocchiale; G. Glück, loc.cit., riproduzione p. 24). Il dipinto che ho in esame è il solo studio di testa umana che si conservi di epoca tarda, postitaliana di Anton van Dyck.(...) Il pregio della realizzazione si evidenzia soprattutto nella pennellata irregolare e piena di temperamento, nella stesura spontanea e irregolare del colore, che alterna una abbondante, pastosa utilizzazione del pigmento a un modo più secco e controllato. Molto probabilmente questo studio fu realizzato in preparazione di una delle figure di pastore per „L’adorazione dei pastori“ di Van Dyck, dipinto dal maestro come pala d’altare per la chiesa dei Onze-Lieve-Vrouwe a Dendermonde nel 1631-1632." Perizia: Didier Bodart, 22- febbraio 1986 (dal francese). Didier Bodart ha esaminato il dipinto in originale. Egli ritiene sia "ispirata opera del genio fiammingo. Questo studio veloce e vibrante di un profilo maschile è di grande semplicità nella stesura del colore, con forti elementi luminosi sulla gola, naso e fronte." Bodart data lo studio al periodo nel quale Van Dick era attivo nella bottega di Rubens. Quali termini di paragone Bodart cita tra l’altro le quattro teste della Alte Pinakothek di Monaco e opere del Louvre e de l‘Ermitage di San Pietroburgo. Si tratta in quei casi come nel nostro di studi su modelli viventi. Provenienza: Spagna, Collezione privata

Esperto: Prof. Dr. Peter Wolf Prof. Dr. Peter Wolf


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+43 1 515 60 403
Asta: Dipinti antichi
Tipo d'asta: Asta in sala
Data: 06.10.2009 - 17:00
Luogo dell'asta: Vienna | Palais Dorotheum
Esposizione: 26.09. - 06.10.2009