Lotto No. 669


Michele Marieschi


Michele Marieschi - Dipinti antichi

(Venezia 1710–1743)
Il Ponte di Rialto e il Palazzo dei Camerlenghi,
olio su tela, cm 61,4 x 95,6, in cornice

Provenienza:
Galleria Lorenzelli, Bergamo, 1966;
Semenzato, Venezia, 15 maggio 1988, n. 110;
collezione privata, Cremignane d’Iseo;
Bergamo, Accademia Carrara (come prestito), 2005–2012

Mostre:
Galleria Lorenzelli, Bergamo, 1966, n. 14
The Burlington House Fair, The Royal Academy of Arts, Burlington House, Piccadilly, Londra, 9–20 settembre 1987

Bibliografia:
Michele Marieschi: (1710–1743), catalogo della mostra, a cura di A. Morassi, Galleria Lorenzelli, Bergamo, 1966, n. 14 (come Michele Marieschi);
R. Pallucchini, “A proposito della mostra bergamasca del Marieschi”, in: Arte veneta, 20.1966, pag. 322 (come Michele Marieschi);
Burlington Magazine, vol. CXXIX, n. 1014, settembre 1987, The Burlington House Fair, The Royal Academy of Arts, Burlington House, Piccadilly, Londra, 9–20 settembre 1987, pag. 34. (come Michele Marieschi)
R. Toledano, Michele Marieschi. L’opera completa, Milano 1988, pag. 77, n. V. 8.5 (come Michele Marieschi);
D. Succi, “Le macchiette nei dipinti: Unicuique suum”, in: Marieschi tra Canaletto e Guardi, catalogo della mostra, a cura di D. Succi, 1989, pag. 215, tav. 269 (come Francesco Albotto);
M. Manzelli, Michele Marieschi e il suo alter-ego Francesco Albotto, Venezia 1991, pag. 76, A.08.01 (come Francesco Albotto);
F. Montecuccoli Degli Erri, F. Pedrocco, Michele Marieschi : la vita, l’ambiente, l’opera, Milano 1999, pag. 381, n. 153 (come Marieschi e collaboratori);
M. Manzelli, Michele Marieschi e il suo alter-ego Francesco Albotto, Venezia 2002, pag. 115, tav. A.08.01 (come Francesco Albotto);
D. Dotti, Paesaggi, Vedute e Capricci lombardi e veneti del Sei e Settecento, catalogo della mostra, Cinsello Balsamo, Milano 2007, pag. 76, n. 27 (come Michele Marieschi)

Siamo grati a Ralph Toledano per aver confermato l’attribuzione del dipinto in esame, dopo averne preso visione dal vivo.

Il dipinto in oggetto è collegato ad una serie di acqueforti pubblicate dal Marieschi al numero 9 nella seconda sezione della sua raccolta di vedute, stampata nel 1741 a Venezia, dal titolo Magnificentiores Selectioresque Urbis Venetianum Prospectus. Eistono altre versioni dipinte di questa composizione, il che non è sorprendente se teniamo conto della premessa della pubblicazione – “quos olim ... in plerisque tabulis dipinxit” (già dipinto in altre tavole) . Secondo Toledano il dipinto è rappresentativo di uno sviluppo che percorre l’intera breve carriera artistica di Michele Marieschi. Distanziandosi a tratti dal suo stile rococò, dalle trame dense e gli specchi d’acqua increspati, Marieschi tentò anche di avvicinarsi al classicismo, seppure più timidamente e con un numero maggiore di varianti, seguendo così le orme stilistiche del Canaletto. Nonostante questa presa di distanze dal suo proprio stile, la composizione presenta alcuni passaggi che recano la firma inconfondibile del Marieschi. Toledano osserva come i gradini delle fondamenta nel primo piano a sinistra, la casa su cui sembra quasi poggiarsi il ponte di Rialto, e la facciata del Palazzo dei Camerlenghi siano descritti con intelligente tocco materico che intreccia gli spessori in un modo delicato e poetico. Toledano sottolinea la vibrante vivacità con cui sono raffigurate le vele e le corde delle imbarcazioni, caratteristica essenziale dell’arte di Marieschi che equivale alla sua firma.

Dopo aver preso visione dal vivo del dipinto in esame, Toledano afferma: “Nel mio secondo libro dedicato a Marieschi (1995, Milano) non avevo incluso questo dipinto. Questa fase nella carriera dell’artista, dove la sua arte s’imparenta con quella del Canaletto, mi lasciava dubbioso. Alcuni anni dopo, ristudiando il presente dipinto in modo molto attento, mi resi conto che faceva naturalmente parte della sua opera. L’impressione tutelare del Canaletto su tutta la vedutistica veneziana è un fenomeno indiscutibile. L’esuberante personalità artistica del Marieschi, seppure domata, continua ad abitare pienamente in questo dipinto.“

Il dipinto in esame fu attribuito in passato anche a Francesco Albotto 1721–1757 (cfr. bibliografia). Fu allievo di Marieschi e quando questi morì ne sposò la vedova, rilevò la sua bottega ed eseguì numerosi dipinti nello stile del Marieschi. A ciò si devono fra l’altro le difficoltà nell’attribuzione a Marieschi o ad Albotto.

17.04.2013 - 18:00

Prezzo realizzato: **
EUR 244.300,-
Stima:
EUR 200.000,- a EUR 300.000,-

Michele Marieschi


(Venezia 1710–1743)
Il Ponte di Rialto e il Palazzo dei Camerlenghi,
olio su tela, cm 61,4 x 95,6, in cornice

Provenienza:
Galleria Lorenzelli, Bergamo, 1966;
Semenzato, Venezia, 15 maggio 1988, n. 110;
collezione privata, Cremignane d’Iseo;
Bergamo, Accademia Carrara (come prestito), 2005–2012

Mostre:
Galleria Lorenzelli, Bergamo, 1966, n. 14
The Burlington House Fair, The Royal Academy of Arts, Burlington House, Piccadilly, Londra, 9–20 settembre 1987

Bibliografia:
Michele Marieschi: (1710–1743), catalogo della mostra, a cura di A. Morassi, Galleria Lorenzelli, Bergamo, 1966, n. 14 (come Michele Marieschi);
R. Pallucchini, “A proposito della mostra bergamasca del Marieschi”, in: Arte veneta, 20.1966, pag. 322 (come Michele Marieschi);
Burlington Magazine, vol. CXXIX, n. 1014, settembre 1987, The Burlington House Fair, The Royal Academy of Arts, Burlington House, Piccadilly, Londra, 9–20 settembre 1987, pag. 34. (come Michele Marieschi)
R. Toledano, Michele Marieschi. L’opera completa, Milano 1988, pag. 77, n. V. 8.5 (come Michele Marieschi);
D. Succi, “Le macchiette nei dipinti: Unicuique suum”, in: Marieschi tra Canaletto e Guardi, catalogo della mostra, a cura di D. Succi, 1989, pag. 215, tav. 269 (come Francesco Albotto);
M. Manzelli, Michele Marieschi e il suo alter-ego Francesco Albotto, Venezia 1991, pag. 76, A.08.01 (come Francesco Albotto);
F. Montecuccoli Degli Erri, F. Pedrocco, Michele Marieschi : la vita, l’ambiente, l’opera, Milano 1999, pag. 381, n. 153 (come Marieschi e collaboratori);
M. Manzelli, Michele Marieschi e il suo alter-ego Francesco Albotto, Venezia 2002, pag. 115, tav. A.08.01 (come Francesco Albotto);
D. Dotti, Paesaggi, Vedute e Capricci lombardi e veneti del Sei e Settecento, catalogo della mostra, Cinsello Balsamo, Milano 2007, pag. 76, n. 27 (come Michele Marieschi)

Siamo grati a Ralph Toledano per aver confermato l’attribuzione del dipinto in esame, dopo averne preso visione dal vivo.

Il dipinto in oggetto è collegato ad una serie di acqueforti pubblicate dal Marieschi al numero 9 nella seconda sezione della sua raccolta di vedute, stampata nel 1741 a Venezia, dal titolo Magnificentiores Selectioresque Urbis Venetianum Prospectus. Eistono altre versioni dipinte di questa composizione, il che non è sorprendente se teniamo conto della premessa della pubblicazione – “quos olim ... in plerisque tabulis dipinxit” (già dipinto in altre tavole) . Secondo Toledano il dipinto è rappresentativo di uno sviluppo che percorre l’intera breve carriera artistica di Michele Marieschi. Distanziandosi a tratti dal suo stile rococò, dalle trame dense e gli specchi d’acqua increspati, Marieschi tentò anche di avvicinarsi al classicismo, seppure più timidamente e con un numero maggiore di varianti, seguendo così le orme stilistiche del Canaletto. Nonostante questa presa di distanze dal suo proprio stile, la composizione presenta alcuni passaggi che recano la firma inconfondibile del Marieschi. Toledano osserva come i gradini delle fondamenta nel primo piano a sinistra, la casa su cui sembra quasi poggiarsi il ponte di Rialto, e la facciata del Palazzo dei Camerlenghi siano descritti con intelligente tocco materico che intreccia gli spessori in un modo delicato e poetico. Toledano sottolinea la vibrante vivacità con cui sono raffigurate le vele e le corde delle imbarcazioni, caratteristica essenziale dell’arte di Marieschi che equivale alla sua firma.

Dopo aver preso visione dal vivo del dipinto in esame, Toledano afferma: “Nel mio secondo libro dedicato a Marieschi (1995, Milano) non avevo incluso questo dipinto. Questa fase nella carriera dell’artista, dove la sua arte s’imparenta con quella del Canaletto, mi lasciava dubbioso. Alcuni anni dopo, ristudiando il presente dipinto in modo molto attento, mi resi conto che faceva naturalmente parte della sua opera. L’impressione tutelare del Canaletto su tutta la vedutistica veneziana è un fenomeno indiscutibile. L’esuberante personalità artistica del Marieschi, seppure domata, continua ad abitare pienamente in questo dipinto.“

Il dipinto in esame fu attribuito in passato anche a Francesco Albotto 1721–1757 (cfr. bibliografia). Fu allievo di Marieschi e quando questi morì ne sposò la vedova, rilevò la sua bottega ed eseguì numerosi dipinti nello stile del Marieschi. A ciò si devono fra l’altro le difficoltà nell’attribuzione a Marieschi o ad Albotto.


Hotline dell'acquirente lun-ven: 10.00 - 17.00
old.masters@dorotheum.at

+43 1 515 60 403
Asta: Dipinti antichi
Tipo d'asta: Asta in sala
Data: 17.04.2013 - 18:00
Luogo dell'asta: Vienna | Palais Dorotheum
Esposizione: 06.04. - 17.04.2013


** Prezzo d'acquisto comprensivo di tassa di vendita e IVA

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